"Un passo in avanti sostanziale verso il rispetto della volontà dei pazienti e la dignità del fine vita, la risposta del Parlamento a un obbligo costituzionale che diventa obbligo anche per il Sistema sanitario nazionale". Con queste parole Rossana Dettori, segretaria confederale Cgil, e Maria Gigliola Toniollo, responsabile ufficio Nuovi diritti della Cgil nazionale, commentano l'approvazione in prima lettura alla Camera del ddl sul Testamento biologico.
Fra gli aspetti positivi del testo, le dirigenti sindacali evidenziano "la possibilità di rifiutare l'accanimento terapeutico e l'ostinazione irragionevole nella somministrazione delle cure. Inoltre, sono state accolte alcune richieste fondamentali: nessun trattamento sanitario può essere iniziato o proseguito, se privo del consenso libero e informato della persona interessata; la nutrizione e l'idratazione artificiali sono incluse tra i trattamenti sanitari e quindi possono essere interrotte su richiesta del paziente; può essere praticata dal medico la sedazione continua profonda".
"È purtroppo evidente – proseguono Dettori e Toniollo – il rischio che in Senato l'approvazione definitiva possa essere bloccata e, in ogni caso, restano molti dubbi che impongono siano trovate formulazioni meno ambigue per l'effettiva applicazione della legge". In particolare, sono tre i nodi su cui permangono delle perplessità, spiegano in conclusione: "La questione dell'obiezione di coscienza del medico, anche se dichiarata caso per caso e non a priori e se legata alla garanzia di attuazione di quanto previsto dalla legge per ogni struttura sanitaria pubblica o privata; alcuni riferimenti alla deontologia professionale del medico; e l'assistenza psicologica per chi chiede l'interruzione delle terapie".