“Forte preoccupazione per i tagli ai fondi per la crescita e la ricerca”. “Positiva” invece “l’individuazione di risorse specifiche per mettere in atto misure di contrasto alla disoccupazione giovanile” da investire attraverso quella ‘Garanzia Giovani’ nei confronti della quale la Cgil ha avanzato una sua specifica proposta. Questi i giudizi di Corso d'Italia in merito all’odierno accordo per il bilancio dell'Unione europea.

In una nota diffusa dalla Cgil si legge: “Esprimiamo un giudizio di forte preoccupazione per i tagli ai fondi sulla crescita e sulla ricerca, proprio in un momento in cui c’è la forte necessità di aumentare la competitività e la coesione sociale dell’Europa, specie in Italia anche in ragione dei dati diffusi oggi dall'Istat. Ci riserviamo un ulteriore approfondimento in relazione alle ricadute che il bilancio potrà avere e ai prossimi sviluppi dell’iter istituzionale”.

Inoltre, prosegue la Cgil, è da considerare "positiva la notizia che nel bilancio dell’Unione europea siano state individuate risorse specifiche per mettere in atto misure di contrasto alla disoccupazione giovanile, rivolte ai paesi in cui supera il 25%. Il nostro paese deve saper cogliere in pieno questa opportunità con un piano di investimenti volto a creare nuovo e buono lavoro e politiche per favorire l’inserimento lavorativo dei giovani”.

Per il sindacato “è necessario che lo Stato e le Regioni predispongano rapidamente le relative misure di intervento al fine di utilizzare in pieno tutte le risorse disponibili. Occorre introdurre anche in Italia, così come discusso nel corso del vertice europeo, la Garanzia Giovani (Youth Guarantee), una misura finalizzata ad accompagnare i giovani nella fase di transizione tra la fine del percorso di studio e l’accesso al lavoro”.

Per chiedere l’adozione di tale misura la Cgil ricorda di aver “recentemente presentato una propria proposta e una campagna a sostegno: nella proposta ‘garantire i giovani’ significa innanzitutto offrire loro percorsi di sostegno personalizzati, rilanciando i servizi pubblici all’impiego e le politiche di attivazione, che nel nostro paese hanno subito un grave disinvestimento. L’emergenza sociale determinata dalla disoccupazione non può essere solo uno spot elettorale”. “Chiediamo a chi si candida a governare – conclude Corso d'Italia – di misurarsi concretamente con questa priorità”.