"Il barbaro omicidio di Ibrahim M’Bodi da parte del suo datore di lavoro, che da quanto risulta dalle cronache dei giornali, lo avrebbe accoltellato, perché Ibrahim pretendeva semplicemente il giusto e di essere pagato dopo tre mesi per il lavoro che continuava a svolgere, non può assolutamente passare sotto silenzio". A dirlo in una nota sono i sindacati Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil di Biella.
"A nostro avviso - scrivono le tre sigle - fatti di inaudita gravità come questo rientrano in un clima generale di imbarbarimento dei rapporti sociali, con la possibile aggravante dell’odio razziale. I diritti dei lavoratori sembrano non avere più cittadinanza e se, come in questo caso, il lavoratore è extracomunitario, possono sollecitare le reazioni più estreme".
Il sindacato degli edili di Biella esprime la propria "solidarietà ai familiari di Ibrahim" e rinnova il suo impegno nel "difendere i diritti di tutti i lavoratori a partire dai più deboli nel mercato del lavoro, quelli maggiormente esposti a ogni genere di ricatto".
Per tutte queste motivazioni è stato indetto un presidio mercoledì 9 dicembre davanti alla Prefettura di Biella dalle ore 10:00 alle ore 11:00.
Biella, lavoratore immigrato ucciso da datore lavoro
4 dicembre 2009 • 00:00