"Ormai da anni, 25 lavoratori della Biblioteca nazionale centrale di Roma vivono una situazione di precariato estremo, e in assenza totale di qualsivoglia forma contrattuale svolgono al suo interno mansioni strutturali, affiancando e sostituendo il personale di ruolo al prestito, all’accoglienza, in altri uffici e nei magazzini. Quando si parla di diritti però (ferie, malattia, permessi o congedi di maternità) il trattamento loro riservato è ben diverso. E d'estate sono costretti anche a pagarsi l'aria condizionata. Neppure lo stipendio è un diritto, ma se riescono ad accumulare scontrini per spese alimentari, telefoniche e di carburante possono sperare in un rimborso massimo di 400 euro". Così, in una nota, la segreteria Nidil Cgil di Roma e del Lazio.
"Abbiamo chiesto più volte un incontro per risolvere questo stato di cose, indegno per una nazione civile e a dir poco scandaloso, visto che si parla di una biblioteca nazionale, promotrice per definizione della cultura di un Paese. Richieste che, ad oggi, sia la Biblioteca nazionale che il Mibact hanno liquidato anteponendo la forma alla sostanza. Non è 'volontariato' ma lavoro quello che impegna sei giorni su sette per più di quattro ore al giorno 25 addetti. La dignità del lavoro e delle persone non può essere derubricata dalla strumentale interpretazione di una norma", conclude il sindacato.