“Il mio territorio, La Spezia, ha deciso che io, un giovane di 31, fossi il segretario generale della camera del lavoro: mi sembra un elemento da rimarcare”, così Matteo Bellegoni, nel suo intervento nel corso della conferenza d’organizzazione della Cgil. “La Cgil mi ha mutato – dice –, mi ha convinto a lottare per cambiare il mondo. E di questo il governo ha paura: aver a che fare con un organizzazione di persone libere. Nonostante ci colpiscano, siamo ancora qui e qualunque governo dovrà fare i conti con noi”.
La situazione è difficile, ha aggiunto, con l'Europa che cancella il ruolo dello Stato e “i lavoratori che hanno subìto pesanti sconfitte con legge Fornero e Jobs Act: una condizione che li spinge sempre più verso l’individualismo”. Proprio per questo, ha sottolineato, “quello che nel documento introduttivo mi ha colpito più positivamente è il rimettere al centro la contrattazione territoriale per cercare di recuperare le distanze col tessuto sociale del nostro paese. Il fronte, come è stato detto, devono allora essere le camere del lavoro, e lì che dobbiamo investire le nostre risorse”.
Importante anche la contrattazione inclusiva , senza la quale i più deboli “rischiano di essere schiacciati nei loro interessi in corporativismi che talvolta anche le categorie portano avanti”.
Infine la partecipazione: “Per promuoverla – ha detto Bellegoni – non bastano un po’ di regole, magari strizzando l’occhiolino al populismo. C’è bisogno di partecipazione dal basso, di mobilitare i lavoratori per riconquistare una nuova idea di società”.