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Chiedo, ancora una volta, l’intervento delle grandi imprese della salumeria italiana e della Gdo (Grande distribuzione organizzata, ndr) che, con le loro certificazioni, dovrebbero garantire qualità delle produzioni, responsabilità sociale e rispetto dei principi etici. Valori e principi che un numero sempre più crescente di consumatori ricerca.
Il caso Castelfrigo è solo la punta di un iceberg, la situazione nel settore della macellazione e nella lavorazione e trasformazione delle carni, in tutta la nostra regione, ma anche nel resto del Paese, continua a peggiorare, tanto da poter esplodere, con forti tensioni sociali, da un momento all’altro.
Molte imprese di fornitura di materia prima, per la produzione di insaccati e salumi che fanno grande il nostro Paese in tutto il mondo, sono ingrovigliate in un sistema spietato di concorrenza sleale, basato sullo sfruttamento dei lavoratori e su forme di elusione ed evasione fiscale, perpetrate tramite appalti discutibili affidati spesso a false cooperative e falsi consorzi.
Quelle imprese, se sono fornitori di salumifici certificati eticamente, come la SA8000, necessaria per la produzione delle private label della Gdo, ma anche le altre certificazioni che dichiarano “responsabilità sociale”, devono applicarne comunque i principi. La Castelfrigo di Modena è una di queste aziende.
Il mio appello alle grandi imprese della salumeria italiana e alla Gdo è quello di non limitarsi alle dichiarazioni, spesso scritte “sulla carta”, in cui alcuni fornitori affermano di applicare i principi etici e della responsabilità d’impresa. È opportuno andare oltre, con verifiche più accurate e sul campo, e sulla catena di sub fornitura, ma anche con la pubblicazione dell’elenco dei fornitori del prodotto che viene venduto o commercializzato.
Nella completa inerzia delle istituzioni che governano il nostro Paese e delle associazioni d’impresa, che non isolano le imprese che non rispettano le regole e che mettono in pericolo questa filiera strategica, è bene salvaguardare le nostre produzioni di qualità. La qualità dei prodotti la si ottiene quando c’è qualità del lavoro, compreso il rispetto della legge, dei contratti, della dignità di chi lavora. Chi dichiara correttezza etica e responsabilità sociale nelle sue etichette è bene che la verifichi seriamente.
* Umberto Franciosi è segretario generale Flai Cgil Emilia Romagna