Lunedì scorso la Bassilichi ha illustrato anche alle istituzioni locali, Regione Toscana e Comuni di Firenze e Siena, le proprie proposte per arrivare a un accordo prima dell’avvio della ristrutturazione societaria. "Come già espresso dalle Rsu e dai sindacati, la distanza tra le garanzie richieste e quanto illustrato dall’azienda è ancora significativa ma, cogliendo la disponibilità al confronto, la parte sindacale ha fatto richiesta di modificare alcuni punti per avanzare nella trattativa, richiesta a cui domani l’azienda darà puntuale risposta", si legge in una nota di Alessandra Scoscini Fiom della Cgil Firenze.
"Nei giorni scorsi Marco Bassilichi ha inoltre dichiarato alla stampa che la vertenza non produce esuberi ma solo uscite volontarie ed incentivate: se queste condizioni fossero confermate per tutto il periodo dell’eventuale accordo, rimuoverebbero uno degli ostacoli più grandi ad un’intesa tra le parti - continua la nota –. Naturalmente un eventuale accordo dovrebbe contenere adeguate garanzie occupazionali, territoriali e di prospettiva lavorativa, ma sgombrare il campo da ipotesi di uscite non volontarie è la base da cui sviluppare il confronto. Domani mattina ci sarà un incontro tra Azienda e sindacato (non è quindi un incontro al tavolo istituzionale): l'Azienda dovrà dare le risposte ai punti sottolineati nell'incontro di lunedì scorso. Dal tipo di risposte vedremo come si andrà avanti".
Le linee guida del piano industriale prevedono la divisione dell'azienda in tre parti. Nella prima confluirebbero circa 240 addetti in una società denominata Ausilia S.r.l, attiva nel settore delle back office bancario. Nella seconda parte confluirebbero 250 addetti in una Newco attiva nel settore del Contact Center, ambito nel quale viene prestata, ad esempio, assistenza tecnica agli esercenti sui terminali Pos. La terza parte rimarrebbe nel perimetro Bassilichi diventando presidio Nexi. L'azienda ha inoltre annunciato un esodo incentivato volontario per 100 unità. I dipendenti totali sul territorio nazionale sono circa 950 su 4 tipologie di contratti nazionali: industria, credito, commercio e telecomunicazioni.