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“Dopo il successo del Disco per l’estate che ha allietato per parecchi anni le serate estive di molti italiani appassionati di musica, dallo scorso anno il nostro Miur ha dato avvio, con molto meno successo, al caos scuola per l’estate, un 'serial' che sconvolge drammaticamente le vacanze degli insegnanti, precari e di ruolo”. A dirlo il il segretario generale della Flc Cgil di Potenza, Mimmo Telesca.
A pochi giorni dalla pubblicazione dei trasferimenti della scuola primaria, prendendo a riferimento la sigla della provincia di nascita di ogni docente presente nella tabella di mobilità, il dato emerge nella sua estrema durezza: circa 330 maestri lucani, sia di posto comune che di sostegno, 180 su Potenza e 150 su Matera, si accingono a fare le valigie trasferendosi altrove e prevalentemente nelle regioni del Nord. Un vero e proprio fenomeno migratorio di stampo intellettuale, che ha coinvolto non soltanto la Basilicata ma tutte le province e le regioni del Sud”.
A questo, prosegue Telesca, “si aggiunge la scarsa attendibilità dei dati pubblicati e le numerose anomalie che molti docenti hanno riscontrato e che ci sono state segnalate. Irregolarità ed errori nella mobilità che, è facile immaginare, daranno vita all’ennesima sequela di ricorsi e che rischiano di compromettere definitivamente il corretto avvio del prossimo anno scolastico. E questo alla viglia della mobilità per la scuola secondaria di I e II grado, che coinvolgerà altre migliaia di docenti”.
“Nonostante con il contratto sulla mobilità siglato quest’anno siamo riusciti a rimettere in ordine un sistema che la legge 107 manda in frantumi, correggendo non poche iniquità, rimangono tutte le criticità di una legge sbagliata e fallimentare, che continua a produrre danni sulla pelle di migliaia di lavoratori. Un percorso che si conclude con la famosa chiamata diretta o, con un termine più anodino, chiamata per competenze. che oltre a essere incostituzionale e a ledere la libertà di insegnamento e l’autonomia professionale dei docenti, getta le scuole ed i lavoratori, per le procedure spicce con le quali è stata introdotta, nell’affanno e nel caos”.
“Un meccanismo che produce, paradossalmente, una forte precarizzazione del personale di ruolo che ogni tre anni sarà alla mercé di un sistema costruito in maniera confusa e aleatoria, privo di elementi di chiarezza e trasparenza, che lascia soli gli stessi dirigenti scolastici esponendoli al rischio di probabili contenziosi. Contro la chiamata diretta e più in generale contro la brutta scuola di Renzi prosegue la nostra mobilitazione: la Flc Cgil ha raccolto e depositato in Cassazione, lo scorso 7 luglio, ben 515mila firme per ciascuno dei quattro quesiti referendari (tra cui la chiamata diretta) sui punti più controversi della legge 107. Lavoreremo intensamente – conclude la nota – affinché questa brutta trasmissione estiva si fermi quest’anno e non ci siano altre puntate. Per il bene della scuola”.