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I dati su occupati e disoccupati diffusi ieri dall'Istat fotografano, ancora una volta, la situazione difficile che vive il lavoro nel Paese. Esaurita la ripresa che neanche era riuscita a creare nuova occupazione stabile, siamo alle porte di una nuova recessione. Si tratta di dati destinati a peggiorare nei prossimi mesi per le conseguenze sull'occupazione dovuto al rallentamento economico che già sta producendo il contagio da Covid-19. Sono a rischio specie i lavoratori nei settori più immediatamente esposti alla gelata nei flussi di persone, come il piccolo commercio, la ristorazione, il turismo; proprio i settori nei quali l'occupazione è caratterizzata dalle forme contrattuali e dalle tipologie di orario più precarie.
Inoltre, il rallentamento nella circolazione delle merci, trasversalmente a diversi settori produttivi, già crea strozzature nelle relazioni input-output tra imprese, creando problemi nella tempistica delle forniture, bloccando la liquidità. Ma sono il calo di fiducia e il ritorno dell'incertezza, al di là della congiuntura sfavorevole che ci aspetta, gli aspetti che preoccupano di più, per le conseguenze strutturali che potranno avere sulle scelte di consumo e investimento. Ne soffrirà anche la Basilicata, per due motivi.
Il primo è la sua patologica dipendenza dagli andamenti economici internazionali, che espone la dinamica degli investimenti produttivi locali al rischio del rallentamento globale previsto dall'Ocse. Il secondo è il momento di transizione che vive il turismo in regione, un'importante ma fragile leva endogena di sviluppo. Alle non poche incognite del post 2019, si aggiunge ora il contagio Covid-19 che inevitabilmente ridurrà i flussi turistici, la cui esplosione in questi anni ha rappresentato l'unico dato tangibile del successo di Matera, senza contaminare in positivo il resto della regione.
Per queste ragioni occorre aprire da subito il confronto con il governo regionale, per dare strutturalità alle azioni di sostegno allo sviluppo, ma assumendo quale azione prioritaria quella relativa ai servizi pubblici indeboliti da organici insufficienti a causa dei reiterati tagli negli anni, del protratto blocco delle assunzioni e della imperversante emorragia dovuta ai pensionamenti.
La pubblica amministrazione di qualità sia un elemento centrale. Mancano tremila lavoratori pubblici tra sanità, Regione e Comuni per i quali occorre dare da subito avvio a una nuova stagione concorsuale che non solo darebbe nuove competenze al lavoro pubblico ma sarebbe sicuramente la migliore risposta ai tanti giovani che abbandonano il nostro territorio. Merito e studio siano ancora un valore. Non si può continuare solo a narrare la questione dei giovani che abbandono il nostro territorio, che va affrontata con scelte chiare e nette: l’unica strada è quella dell’accesso alla pubblica amministrazione solo attraverso i concorsi .
Occorre, prima di ogni altra azione, mettere al centro delle priorità la riforma e la riorganizzazione della macchina amministrativa regionale, assumendo la meritocrazia e la competenza quali cardini per la valorizzazione del personale esistente e per l’accesso alla pubblica amministrazione. Serve un piano di assunzioni affinché si apra una fase di ricambio generazionale. Questo significa chiudere con la stagione dei nominati e cooptati e aprire una nuova fase per dotarsi di professionalità e competenze per rafforzare l’azione pubblica, ma anche per consegnare ai giovani lucani l’idea che sia possibile rimanere in Basilicata e che sia un valore il merito e non l’appartenenza e la conoscenza politica.
Angelo Summa è segretario generale della Cgil Basilicata