“È iniziata una bella avventura, una bella partita. Ora il nostro primo pensiero è come conquistare il sì della maggioranza dei cittadini italiani”. Questo l’intervento di Nino Baseotto, segretario confederale della Cgil, su RadioArticolo1. Per convincere queste persone “dobbiamo andare a un grande porta a porta, non dobbiamo parlare tra di noi, ma ai cittadini italiani. Le nostre armi sono i delegati, gli attivisti, tutti quelli che fanno attività per la Cgil”, ha aggiunto.
Occorre, ha detto Baseotto, “parlare più delle condizioni delle persone e meno della Cgil. Dobbiamo parlare diffusamente di chi lavora con i voucher o nelle catene degli appalti, dei giovani che non trovano lavoro e di quel 70 per cento di italiani che pensano che il loro più grave problema sia la mancanza di lavoro o la sua precarietà”.
Per il sindacalista, Carta e referendum hanno già raggiunto un primo grande obiettivo: “Finalmente – ha rimarcato il dirigente della Cgil – si parla di lavoro, un tema prima ignorato. Però non dobbiamo adagiarci sugli allori: dobbiamo continuare a tenere accesi i riflettori sul lavoro perché in tanti non vedono l’ora di spegnerli di nuovo e di spostare l’attenzione su qualcos’altro”.
Infine, la prospettiva: “Con due sì può dare una soluzione specifica ai problemi specifici di voucher e appalti, ma non solo. Con due sì cambia la politica del lavoro del paese. È una grande scommessa di democrazia e di partecipazione”.