“È paradossale come la clausola sociale in Puglia, da essere una garanzia per i lavoratori, si sia trasformata in un boomerang a loro danno”. Lo denunciano in una nota Fim Cisl e Fiom Cgil di Bari riferendosi al cambio di appalto avvenuto nella Asl di Bari tra Exprivia spa (fornitore uscente) e una Rti formata dalla Gpi (di Trento) e dalla Cle (azienda barese).
“Ad aprile di quest’anno Gpi e Cle si aggiudicano, con consistente ribasso economico, una gara presso la Asl di Bari – scrivono i sindacati –, ma dopo l’aggiudicazione inizia il balletto dello scaricabarile a danno dei lavoratori da parte di tutti. Gpi e Cle in un primo incontro tenuto il 30 agosto 2018 hanno rivendicato il diritto a non assumere i lavoratori di Exprivia. Il 19 settembre in un incontro tra le organizzazioni sindacali, la Asl e la Gpi e la Cle hanno ottenuto finalmente l’impegno all’assunzione, ma con contratto Multiservizi (anziché metalmeccanico) e con le famigerate tutele crescenti del Jobs Act”.
I sindacati stigmatizzano che “da parte dell’Asl nessuna posizione è stata presa a riguardo” e al contempo, “ciliegina sulla torta”, Exprivia ha avviato “una procedura di trasferimento a Torino per i sei lavoratori coinvolti nel cambio di appalto alla Asl di Bari”. “La Fim Cisl e la Fiom Cgil di Bari chiedono alla Asl di Bari, alle istituzioni locali e regionali un segnale preciso e inequivocabile per rispetto dei diritti dei lavoratori, umiliati e svalorizzati in un cambio di appalto poco rispettoso della dignità dei lavoratori”, conclude la nota.