“Ci hanno detto 'se la Fiom non firma, l’accordo salta'. Questo è un ricatto e noi non ci stiamo. Ci chiediamo perché dovremmo assumerci la responsabilità della mancata applicazione dell’accordo che non abbiamo contribuito a elaborare e alla cui sottoscrizione non eravamo nemmeno presenti. E comunque, anche se fossimo stati presenti lo scorso 20 dicembre in Regione, Cgil e Fiom quel verbale non lo avrebbero mai firmato". Irremovibile la posizione di Cgil Bari e Fiom Bari, Puglia e nazionale, sulla vicenda dell’accordo riguardante l’azienda Om Carrelli Elevatori di Modugno (Bari), siglato in sede istituzionale fra Regione Puglia, Film, Ugl e azienda Kion.
"Vogliamo che si riapra il tavolo - affermano Cgil e tute blu - e se gli accordi precedentemente sottoscritti saranno ancora validi, allora noi firmeremo. Non si può mettere sullo stesso tavolo la vicenda sindacale con le denunce penali. Ci puzza di ricatto. Cosi come scritto, noi non ci sentiamo di sottoscrivere l’accordo dello scorso 20 dicembre perché secondo noi peggiora le condizioni della reindustrializzazione. Siamo pronti a riaprire un nuovo tavolo per chiedere che ci siano condizioni di reindustrializzazione a partire dal rispetto degli accordi precedentemente presi che davano maggiori garanzie agli investitori". La nota è firmata da Pino Gesmundo, segretario generale della Cgil di Bari, e Antonio Pepe, segretario generale Fiom Bari.
Bari, accordo separato alla Om Carrelli
14 gennaio 2014 • 00:00