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“L’ultimo quesito (dei referendum sulla politica economica europea, ndr), forse il più importante, vuole cancellare l'attivazione obbligatoria e automatica del cosiddetto “meccanismo di correzione” delle politiche di finanza pubblica. È un passaggio necessario per difendere la nostra sovranità finanziaria fino a quando l’Europa non condividerà anche tutti gli strumenti di solidarietà. Senza dimenticare che la facoltà data dal Fiscal compact al Consiglio europeo, sanzionare i “colleghi” meno virtuosi, non è prevista in alcun trattato internazionale”. Lo scrive Danilo Barbi, segretario confederale della Cgil, in un articolo pubblicato da Il Garantista, il nuovo quotidiano fondato da Piero Sansonetti e uscito in edicola in questi giorni.
Barbi spiega con questo articolo le ragioni che hanno portato la Cgil a sostenere i quattro quesiti referendari per i quali è partita la raccolta delle firme. “La politica dell'austerità cosiddetta espansiva – scrive Barbi - è stato un autentico fallimento poiché l'idea stessa su cui si basa è quella della compressione del costo del lavoro e della riduzione della spesa pubblica. Si è pensato, erroneamente, che potesse mettere in moto investimenti privati di tipo internazionale o all'interno dei paesi, ma in realtà non è stato così. Anzi questa politica ha depresso i consumi e anche gli investimenti privati. Invece di creare benessere per tutti, ha costretto a lottare per ottenere un benessere sempre minore introducendo meccanismi di competizione tra i popoli”.