"L’unità del sindacato per l’unità sociale e politica del Paese”. E’ uno slogan caro a Carmelo Barbagallo quello che il segretario generale della Uil utilizza per il suo saluto ai lavori del XVIII Congresso nazionale della Cgil che si tiene a Bari da oggi e fino al 25 gennaio.

 

Dobbiamo evitare di fare come la politica, diventare autoreferenziali. Per evitarlo dobbiamo spingere sul tema del patto federativo. Io ho una bozza ma dobbiamo scriverla insieme, crederci”, afferma il segretario della Uil rivolto a Susanna Camusso e alla segretaria della Cisl.

“Nelle nostre organizzazioni non ci sono uomini soli al comando. Però non possiamo più permetterci di impiegare tre anni per prendere una decisione unitaria su una cosa che magari durerà sei mesi. L’unità sindacale è un problema di forma e anche di sostanza, di come praticarla questa unità”, anche per dare forza, afferma Barbagallo, “alle nostre proposte a partire dalla piattaforma per la quale chiediamo un confronto con il Governo. Noi siamo per l’innovazione, perché si possa rilanciare l’economia, ma più produttività si ottiene con il benessere lavorativo e non con nuovo sfruttamento”.

Maggiori diritti e maggiore redistribuzione della ricchezza nel paese, “questo il nostro progetto di futuro. Al Governo manderemo un segnale forte il 9 febbraio con la manifestazione unitaria nazionale. E se non ci ascolterà deve sapere che il sindacato confederale ha scritto pagine di storia in questo Paese e non si tirerà indietro”.