Sono circa 5.500 i bancari del Fvg interessati dallo sciopero del 31 ottobre proclamato dalle segreterie nazionali dei sindacati di categoria contro la disdetta del contratto nazionale di lavoro, decisa dall’Abi nello scorso mese di giugno. "Un gesto senza precedenti" denunciano Fisac Cgil, Fiba-Cisl, Uilca, Fabi, Dircredito e Ugl Credito, che vedono dietro alla scelta dell’Abi, giustificata con la congiuntura economica sfavorevole, l’intenzione di avere mano libera nella gestione del costo del lavoro e del personale.
Le conseguenze della crisi, per il vero, si stanno già facendo sentire in modo pesante sul settore. I dipendenti degli istituti di credito, in regione, sono scesi dai 7.365 di fine 2011 ai 6.973 di dicembre 2012, con una perdita di 392 posti (-5,3%), di cui 80 in provincia di Udine (da 3.262 a 3.182), 17 a Pordenone (da 1.695 a 1.678), 19 a Gorizia (da 771 a 752) e ben 277 nella sola provincia di Trieste (da 1.641 a 1.377). Un andamento che purtroppo non sembra fermarsi nel corso di quest’anno. Tra i quasi 7mila addetti figurano circa 1.500 dipendenti delle Banche di Credito cooperativo, non coinvolte dallo sciopero in quanto fuori dal contratto Abi.
"Le banche – denunciano i sindacati – vogliono avere mano libera nel licenziare decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori in tutta Italia, considerandoli solo ed esclusivamente un costo da comprimere. Nel contempo manager e amministratori, che conservano privilegi e paghe astronomiche, non svolgono il loro compito nell’erogazione del credito a famiglie e imprese, continuando con le loro politiche di finanza selvaggia. Queste le ragioni dello sciopero, proclamato perché gli istituti di credito agiscano davvero in maniera responsabile nei confronti dei propri dipendenti, delle famiglie e delle imprese".
Banche, in Fvg persi 400 posti di lavoro in un anno
30 ottobre 2013 • 00:00