“Per rilanciare gli investimenti serve una politica del credito, non un decreto che trasformi le popolari in società per azioni”. Così il segretario confederale della Cgil, Danilo Barbi e il segretario generale della Fisac Cgil, Agostino Megale commentano il decreto legge contenente la riforma delle banche popolari.

Per i due dirigenti sindacali “non c'è nessun elemento d’urgenza per giustificare l’utilizzo di uno strumento come il decreto legge” che, in ogni caso, proseguono “non affronta la vera questione: quale politica del credito è funzionale al nostro paese per rilanciare gli investimenti e come far tornare le banche al servizio dell’economia reale”.

“Non c’è alcun legame tra la trasformazione proposta dal governo e l’esigenza di crescita e di occupazione. Anzi - ricordano Barbi e Megale - nella generale contrazione del credito le popolari hanno sostenuto il sistema economico erogando più credito della media di sistema. La forma cooperativa può e deve essere migliorata, ma non deve essere azzerata per decreto”.

Per questo i dirigenti sindacali della Cgil e della Fisac chiedono l'apertura di un tavolo di confronto sul credito e sul modello di banca al servizio dell’economia reale: “le condizioni macroeconomiche del paese esigono uno sforzo comune capace di coinvolgere tutti i soggetti economici e sociali”.