“La presentazione in piena campagna elettorale della Banca del Sud conferma tutti i dubbi che avevamo già espresso su uno strumento di cui non appaiono chiari né la struttura né gli scopi”. È quanto in una nota afferma Vera Lamonica, segretaria confederale Cgil e responsabile delle politiche per il Mezzogiorno. “L’affermazione del presidente del Consiglio che al Sud serve credito e legalità - spiega Lamonica - fa ormai parte del senso comune, ma non spiega i punti oscuri che ancora circondano il nuovo istituto bancario di secondo livello. Quale sarà la struttura operativa della nuova banca, quale il rapporto con il sistema delle banche di credito popolare, che finora appare l'unico partecipante certo al nuovo istituto. Grande preoccupazione, inoltre, suscita il mancato chiarimento attorno al ruolo delle Poste, con il rischio, già segnalato, di uno snaturamento dell’assetto e della funzione dei servizi di Bancoposta”.

Il governo, prosegue la dirigente sindacale, “afferma che attraverso il nuovo istituto di credito saranno finanziate le infrastrutture: affermazione che ha dell’incredibile se si fa mente all’assoluta oscurità sui tempi e sui criteri di emissione dei bond da parte della nuova banca. Inoltre, pur senza voler interferire nel rapporto tra il ministro Tremonti e la metafisica, la nuova banca ci sembra proprio candidata a diventare uno di quei carrozzoni partoriti dalla politica che il Sud ha purtroppo già conosciuto. Un’operazione, insomma, di cui non si comprende l’utilità per il sistema produttivo del Sud, che oggi sta duramente pagando i contraccolpi della crisi e, comunque, proiettata in un futuro indefinito”

Piuttosto, conclude Lamonica, “non esistono più tracce, invece, del fantomatico 'piano per il Sud' che l’esecutivo annuncia da mesi, la cui presentazione è stata rinviata tante volte da far pensare che si trattasse esclusivamente di una bufala propagandistica. Nel frattempo la quota Fas delle regioni meridionali resta bloccata e i bandi del nuovo ciclo di programmazione scontrano ritardi ancora più gravi che in passato, con il risultato di aggravare la già drammatica caduta dell’economia e dell’occupazione in tutti i territori meridionali”.