“Valuteremo la nuova creatura di Tremonti nel merito e senza pregiudizi, stante la serietà del problema credito, ma stando alle prime anticipazioni, presenta più di un interrogativo per quanto riguarda struttura e finalità. In ogni caso è un’architettura finanziaria che è di là da venire e che non incrocia certo i tempi e le necessità della crisi ed il bisogno disperato di investimenti e di occupazione che ha il Mezzogiorno”. Così Vera Lamonica, segretaria confederale Cgil, commenta il via libera alla Banca del Mezzogiorno.

“Il problema vero – aggiunge - e che per il Mezzogiorno non c’è ancora assolutamente nulla. La tanta propaganda non riesce a nascondere il vuoto di iniziativa e di decisione del governo che continua a non investire un solo euro, a non presentare alcun piano, a non sbloccare le risorse di cui sono titolari le regioni e neanche a dire con chiarezza quali sono quelle effettivamente disponibili, dopo gli scippi effettuati, per fare fronte con cose concrete e non con parole agli effetti devastanti che la crisi sta avendo sull’occupazione e l’economia del Sud”.

“Oggi il Consiglio dei ministri - prosegue la segretaria confederale - ha incaricato il ministro Scaiola di ‘elaborare una proposta che costituisca la base del Piano per il Sud’, il che significa che dopo mesi di chiacchiere e di annunci, in realtà non esiste neanche una base di discussione. Ieri il presidente Berlusconi ha rilanciato il mantra del Ponte sullo Stretto, che certo non è una priorità e che, ammesso che si faccia davvero, oltre che inutile rischia di diventare dannoso stante le condizioni idro-geologiche e sismiche di quell’area. Alle popolazioni di Messina deve essere sembrata una cinica beffa. Se queste sono le uniche proposte per il Mezzogiorno - conclude Lamonica - dobbiamo confermare che, purtroppo, la montagna non riesce a partorire neanche il classico topolino”.