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“Uniti contro la mafia, per lo Stato democratico, al fianco dei lavoratori delle aziende confiscate del gruppo Aiello, per coniugare legalità e sviluppo”. La Fillea Cgil di Palermo domani sarà accanto ai lavoratori edili delle tre aziende Ati Group, Emar e Ediltecna all’assemblea pubblica indetta alle ore 17 a Bagheria in Piazza Matrice, alla vigilia dell’incontro del 26 al centro per l’impiego per la procedura di licenziamento collettivo.
“La Fillea di Palermo – spiega il segretario Francesco Piastra - si batte per l'applicazione del codice delle leggi antimafia (decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159) che indica agli amministratori delle aziende sottratte alla mafia di preservare il valore delle aziende loro affidate e di restituirle, ancora operanti, alla collettività. Si oppone a quanto invece deciso dagli amministratori: la liquidazione delle aziende e il licenziamento sic et simpliciter di tutti i lavoratori”.
“Per questo – aggiunge Piastra - chiediamo la revoca dei licenziamenti, perché pensiamo sia fondamentale che l'impegno e i successi di magistrati e forze dell'ordine, sul fronte delle indagini e della lotta alla mafia, trovino continuazione e coerenza sul piano sociale ed economico”. Il sindacalista quindi aggiunge: “Questa che segue è la storia di ciò che sta avvenendo: sta a ciascuno di noi battersi, qui e ora, per determinare quale debba esserne la conclusione. Amministratori e Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata hanno scartato le ipotesi di cessione delle aziende confiscate a imprenditori privati del settore edilizio e ci hanno chiesto, un anno e mezzo fa, di promuovere la formazione di una cooperativa di lavoratori che subentrasse nella gestione delle aziende del gruppo Aiello confiscate alla mafia, al fine di salvaguardare la continuità produttiva e occupazionale. Da quando i lavoratori hanno aderito a questo progetto, anche tramite pubbliche assemblee cui hanno partecipato gli stessi amministratori e la Lega delle Cooperative, qualsiasi collaborazione è venuta meno. Vengono, senza motivazioni, negate le informazioni essenziali per il subentro: contratti e commesse, relazioni sull'andamento delle aziende (previste dalla legge e quindi disponibili), persino gli ultimi bilanci, che non è possibile conoscere perché mai pubblicati”.
Nella ricostruzione dei fatti della Fillea di Palermo, meno di due mesi fa l’Agenzia avrebbe fatto una marcia indietro, dichiarando di dubitare che il codice delle leggi antimafia fosse applicabile proprio nella parte (art.48) che riguarda l’affidamento delle aziende confiscate ai lavoratori, principio in base al quale era nata la cooperativa Ati Group Bagheria. “Noi sappiamo – continua Piastra - per dichiarazioni rese dall’amministratore in un incontro alla direzione provinciale del lavoro, che importanti commesse da anni ferme - come la ristrutturazione della clinica Santa Teresa e del Policlinico, e la realizzazione di un centro commerciale chiamato Belicittá – potrebbero dare lavoro e contribuire a sostenere la fase di start up della cooperativa, come promesso".
Il sindacato chiede quindi all’Agenzia di mantenere gli impegni presi, ritirare i licenziamenti in corso e di deliberare di conseguenza. "Se l’Agenzia ritiene di avere altre strade per garantire, come suo dovere, la continuità produttiva lavorativa, le indichi e le percorra. Ma non si pensi di determinare con la liquidazione delle aziende, e con il licenziamento dei lavoratori, oltre al dramma della disoccupazione per le famiglie, e al danno sociale ed economico per i territori, una terribile sconfitta dello Stato democratico. Non si possono vanificare le vittorie ottenute sul versante investigative giudiziario grazie ai sacrifici di eroici servitori dello Stato perdendo poi la guerra sul piano sociale e civile”, conclude l'organizzazione.