"Apprendiamo dagli organi di stampa dell’attività di controllo di fine agosto, che ha visto controlli mirati in agricoltura che hanno messo in evidenza quanto da noi denunciato in merito all’utilizzo di manodopera illegale: ben il 40% delle aziende controllate hanno utilizzato manodopera non regolare, con evidente sfruttamento di lavoratori immigrati. Dato riscontrato nel corso dall’attività estiva del sindacato e rilevato in molte aziende, che purtroppo i lavoratori non hanno la forza di denunciare, ricattati spesso dai caporali o dalla necessità di lavorare, fenomeno che non interessa solo lavoratori extracomunitari, ma anche bulgari rumeni e gli stessi italiani. In questa lotta alla sopravvivenza la fa da padrone la necessità". Così la Flai di Foggia in una nota.
"Siamo convinti che l’azione repressiva sia solo uno degli aspetti necessari per sconfiggere lo sfruttamento nelle campagne del Foggiano, fenomeno che riguarda circa 50.000 lavoratori: la firma del nuovo Cpl, con l’area sperimentale che punta a spingere il settore verso una legalità diffusa, insieme alla legge 199, doveva essere di stimolo per un cambio culturale e un ammodernamento del 'pensiero' agricolo, ma purtroppo, a tuttìoggi, i dati non supportano questa tesi", continua il sindacato.
"Oggi appare chiaro che la strada è ancora lunga per raggiungere una normalità contrattuale, e merita una valutazione oggettiva: a nostro avviso, bisogna costruire percorsi di sostegno per le aziende virtuose, in modo da valorizzare le buone prassi, a discapito di tutte quelle aziende che fanno dello sfruttamento il valore aggiunto delle produzioni. La rete di sfruttamento va affrontata sotto più aspetti: nella fase repressiva nella ricerca dei punti di contatto, cioè tutte quelle persone che si occupano di mettere insieme i lavoratori da fornire alle aziende; il sequestro continuo e costante dei mezzi auto e pulmini che raggiungono i posti di lavoro; il controllo mirato di tutte quelle aziende che sfruttano e lucrano sulle spalle dei lavoratori", precisa la Flai provinciale.
"Assieme, valorizzare con sostegni legati ai servizi quelle aziende virtuose, incentivando il trasporto, favorendo le reti di aziende e le filiere di produzioni, incentivando l’innovazione e la sperimentazione, anche in collaborazione con gli istituti agrari, e l’università. Valorizzando le eccellenze di Capitanata, non solo intese come qualità delle produzioni, ma anche come rispetto delle norme, del contratto e dei diritti. Sperimentare nel nostro territorio possibilità di collocamento pubblico attraverso la Cisoa, e rafforzando contestualmente la bilateralità e l’osservatorio come prassi ordinaria", sottolinea ancora il sindacato.
La Flai di Foggia "nell’esprimere l’apprezzamento per l’attività ispettiva delle forze dell’ordine, chiede che venga accertata la presenza di lavoratori in nero, gli atti siano comunicati alla Regione Puglia, in modo che la stessa possa sospendere gli aiuti comunitari di cui hanno goduto, e che prevedono, oltre a una serie di obblighi normativi, anche il rispetto del Ccnl e Cpl in agricoltura. È necessario costruire un argine ben definito tra illegalità e legalità, la cultura dell’impresa borderline deve cessare, non può e non deve trovare asilo", conclude il comunicato.