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Da una parte un giudizio cautamente positivo sulle prime verifiche fatte insieme all’amministratore delegato di Ast, Lucia Morselli, sull’applicazione dell’accordo del 3 dicembre. Dall’altra una forte criticità: la mancanza di normali relazioni sindacali e un comportamento dell’azienda, nel rapporto quotidiano con Rsu e organizzazioni dei lavoratori, assolutamente negativo. Sono queste le “due velocità” che i sindacati dei metalmeccanici di Terni, Fiom, Fim, Uilm, Fismic, hanno descritto nel corso della conferenza stampa tenuta oggi, 13 marzo, presso la Camera del Lavoro di Terni. Due velocità che mal si conciliano – hanno spiegato – con la fase estremamente delicata di applicazione dell’accordo, che prevede una serie di obiettivi (come quello del milione di tonnellate) assolutamente strategici per il futuro di Ast.
Quegli obiettivi contenuti nel piano sono messi però a rischio – hanno denunciato i sindacati – da un comportamento aziendale che mal si concilia con gli intenti dichiarati ai tavoli ufficiali. In particolare i sindacati fanno riferimento alle denunce fatte dalle Rsu di viale Brin in riferimento alla riorganizzazione del lavoro interna, gestita finora in maniera unilaterale e senza il minimo confronto, con effetti potenzialmente dannosi anche sulla sicurezza dei lavoratori.
“L’organizzazione del lavoro interna – hanno detto Fiom, Fim, Uilm e Fismic - deve permettere di lavorare in sicurezza e deve essere coerente con l’obiettivo del milione di tonnellate. Non può essere quindi un’organizzazione fatta in funzione delle persone rimaste dopo le uscite volontarie, ma degli obiettivi che ci eravamo dati nell’accordo”.
I sindacati hanno poi toccato anche i temi di stretta attualità delle inchieste giudiziarie che hanno scosso Ast. “Non è possibile che anche su questi episodi di grande rilevanza – hanno dichiarato i segretari dei metalmeccanici, ribadendo piena fiducia nella magistratura – veniamo a conoscenza dei fatti dai giornali. È assolutamente necessario che l’azienda ci dia le informazioni necessarie a poter svolgere il nostro ruolo di rappresentanza e difesa degli interessi e dei diritti dei lavoratori”. Le inchieste hanno peraltro toccato il sistema degli appalti, sul quale da tempo – hanno ricordato i segretari – le organizzazioni sindacali sollevavano criticità, chiedendo la sottoscrizione di un protocollo proprio per garantire una concorrenza leale tra le imprese e il rispetto di contratti, normative e diritti dei lavoratori.
Ripristinare corrette relazioni sindacali – come è nella storia delle acciaierie ternane – e garantire l’applicazione dell’accordo del 3 dicembre sono dunque gli obiettivi che Fiom, Fim, Uilm e Fismic (assente l’Ugl ma solo per problemi logistici) hanno ribadito con forza, tornando a chiedere – anche con il diretto coinvolgimento delle segreterie nazionali – un incontro urgente con l’amministratore delegato Lucia Morselli. Richiesta che ad oggi, però, è ancora senza risposta.