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Non si può ancora dire se la lunga e dura vertenza in difesa delle acciaierie Ast di Terni stia veramente volgendo al termine. Quello che è certo è che passi avanti, dopo quasi due mesi di scioperi e iniziative sindacali di ogni tipo, comprese le ormai celebri manganellate di piazza Indipendenza a Roma, sono stati fatti.
Martedì 2 dicembre alle ore 15 inizia al ministero dello Sviluppo Economico quello che i sindacati sperano possa essere l’ultimo round di queste estenuante (soprattutto per le tasche dei lavoratori) trattativa. “Il nostro spirito è quello di riuscire a chiudere – spiega Attilio Romanelli, segretario generale della Cgil di Terni – perché è chiaro che azienda e governo non possono tirare avanti all’infinito questa partita che si gioca sulla pelle dei lavoratori”.
Naturalmente, non tutto è risolto. Restano almeno tre questioni che per il sindacato sono fondamentali: la difesa del salario integrativo, garanzie sugli investimenti (per arrivare a 700mila tonnellate di inossidabile), clausola sociale di salvaguardia per i lavoratori degli appalti. Resta un punto fermo delle organizzazioni sindacali anche la durata dell’accordo, che deve essere quadriennale, e il mantenimento in attività di entrambi i forni per produrre un milione di tonnellate di acciaio fuso.
Ma molti altri ostacoli sulla via dell’accordo sono venuti meno, in primo luogo il nodo licenziamenti, che i sindacati avevano sempre considerato incompatibili con l’intesa. Il notevole incremento delle uscite volontarie e incentivate, ad oggi prossime ai 290 esuberi previsti dal piano (inizialmente erano di più ma sono scesi nel corso della vertenza), ha di fatto rimosso la pregiudiziale al raggiungimento di un accordo. E questo è un primo elemento fondamentale.
L’altra svolta è arrivata sul fronte Ilserv, la più importante ditta appaltatrice di Ast, i cui contratti con l’acciaieria erano scaduti il 29 ottobre, con il rischio di lasciare a casa circa 200 lavoratori. Ast ha alla fine protratto fino al 30 settembre 2015 i contratti in essere, relativi a parco rottami, trasporto siviere, molatura e trasporto bramme, parco rotoli e bramme. Entro la fine del marzo 2015, la stessa Ast procederà poi ad una gara di assegnazione degli appalti, alla quale Ilserv potrà partecipare.
Con queste nuove carte sul tavolo martedì si tornerà a trattare al Mise. “Non senza la consapevolezza che la dottoressa Morselli (l’ad di Ast ThyssenKrupp, ndr) resta imprevedibile – osserva ancora Romanelli – tuttavia sarebbe davvero irresponsabile da parte dell’azienda tornare indietro dopo la dimostrazione di grande responsabilità che la Rsu e i lavoratori hanno dato nell’ultima settimana, proprio con l’obiettivo di raggiungere l’accordo”.
Romanelli si riferisce non solo alla rimodulazione dello sciopero partita mercoledì scorso, ma anche all’ulteriore gesto distensivo arrivato lunedì con la parziale e momentanea apertura delle portinerie che ha consentito ad un carico di uscire dallo stabilimento ternano ed avviarsi verso la sua destinazione, gli stabilimenti Marcegaglia di Mantova.
Un gesto – ha spiegato la Rsu di Ast in una nota – che “dimostra la buona volontà dei lavoratori, finalizzata a valorizzare l’attaccamento al sito ternano, e potrà essere ripetuto, anche per altre merci, in relazione allo stato di avanzamento del negoziato”.
Naturalmente, se l'intesa sarà effettivamente raggiunta al Mise, poi la parola tornerà ai lavoratori. A loro spetterà infatti la decisione finale attraverso un referendum in fabbrica. (F.R.)