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“Condivido la decisione presa all’unanimità dalla Rsu di Ast di rimodulare lo sciopero da mercoledì. E’ una decisione che ci rafforza nella trattativa, perché manda il messaggio che siamo in grado di gestire le iniziative di lotta a seconda di come evolverà il confronto, che naturalmente mercoledì vivrà un passaggio decisivo”. Con queste parole Maurizio Landini, segretario generale della Fiom Cgil, ha concluso l’attivo dei delegati organizzato dalla Fiom Cgil di Terni presso l’hotel Garden lunedì 24 novembre.
Un’iniziativa voluta dalla Fiom e dalla Cgil per avere un confronto diretto tra gruppo dirigente (oltre a Landini erano presenti Rosario Rappa, segretario nazionale Fiom, Gianni Venturi, responsabile siderurgia della Fiom nazionale, Attilio Romanelli, segretario generale della Cgil di Terni e Salvatore Barone, responsabile Industria della Cgil Nazionale) e iscritti, in un momento decisivo della vertenza Ast. “Non certo dunque un’iniziativa che mette in discussione l’azione unitaria nella vertenza – ha sottolineato Claudio Cipolla, segretario generale della Fiom Cgil di Terni che ha aperto l’assemblea – ma al contrario un’occasione per ribadire ancora una volta che soltanto con l’unità dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali si potrà riuscire a portare a casa un risultato positivo in questa durissima partita, ancora tutta aperta e dall’esito per nulla scontato”.
Un concetto ripreso poi nel suo intervento, di fronte ad una platea di circa 400 lavoratori e lavoratrici della Fiom ternana, anche da Maurizio Landini: “È chiaro – ha detto il segretario nazionale – che anche all’interno della stessa Fiom possano esserci punti di vista diversi, ma la nostra unità e quella del sindacato nel suo complesso è la condizione fondamentale per andare avanti”.
Landini, che ha ricordato come tutti i passi avanti fatti nel negoziato siano da ricondurre alla lotta dei lavoratori ternani, in sciopero da oltre 30 giorni, ha poi sottolineato quelli che sono i punti irrinunciabili che il sindacato porterà al tavolo di mercoledì: la clausola di salvaguardia per le ditte terze (“perché la vertenza per noi è di tutti i lavoratori, diretti e indiretti”), l’indisponibilità a firmare licenziamenti ed una reale tutela del salario contrattato. Sugli altri punti, in linea con quanto sostenuto nella relazione da Claudio Cipolla, Landini ha affermato che si può discutere, ma nella consapevolezza, ha concluso, “che non c’è nessuna smobilitazione da parte nostra, ma soltanto la volontà di arrivare ad un accordo che sia positivo per i lavoratori, per Terni e per il futuro della siderurgia italiana”.