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Giorni cruciali per il caso Ast. Mercoledì mattina, 29 ottobre, il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi vedrà l'amministratore delegato Lucia Morselli. La chiave di volta - caldeggiata dai sindacati - potrebbe essere quella dei contratti di solidarietà o di strumenti simili, visto che pochi giorni fa la multinazionale ha firmato un integrativo con gli operai di Duisburg del tutto simile proprio ai contratti di solidarietà italiani (per garantire i posti di lavoro degli operai tedeschi). Ma l'azienda, finora, non ha voluto intraprendere questa strada per lo stabilimento del nostro paese.
Non si arresta, nel frattempo, la mobilitazione dei lavoratori delle acciaierie di Terni contro il piano di licenziamenti (oltre 500) e tagli della multinazionale tedesca. Sempre il 29 ottobre una folta rappresentanza di lavoratori (previsti 10 pullman da Terni) raggiungerà la capitale, dove in mattinata i sindacati dei metalmeccanici di Terni hanno organizzato un presidio di protesta sotto l'ambasciata tedesca.
Proseguono anche lo sciopero permanente e i presidi in Comune e prefettura a Terni, oltre che alle portinerie. Notevolissimo lo sforzo economico sopportato dai lavoratori viste le tante ore di sciopero già accumulate e all'orizzonte. Per questo, i sindacati ternani hanno deciso di aprire un conto corrente per raccogliere la solidarietà concreta di chi vuole sostenere la lotta dei lavoratori.
C'è anche l'impegno del premier Matteo Renzi, che però "si deve tramutare in atti concreti", dicono gli operai che sono andati alla Leopolda. Il presidente del Consiglio ha assunto l’impegno di seguire in prima persona la vicenda e di chiamare il governo tedesco per cercare di intervenire su ThyssenKrupp, di chiedere il ritiro delle azioni unilaterali per riaprire la trattativa; e di convocare entro lunedì della prossima settimana un tavolo per fare il punto della situazione dopo la riunione che si svolgerà mercoledì, giorno in cui gli operai dovrebbero organizzare un sit-in davanti all'ambasciata di Germania a Roma.
A Renzi i lavoratori hanno chiesto che nell’incontro di mercoledì “vengano rimosse le azioni unilaterali fin qui effettuate dall’azienda relative all’abbassamento della turnistica nell’area a caldo, onde consentire in un clima più sereno la ripresa della discussione in sede governativa prima possibile”. Sempre le Rsu hanno chiesto al premier “di dimostrare con i fatti e non con gli slogan che il sito di Terni è strategico e che di conseguenza è necessario trovare le contromisure per modificare il piano industriale, garantendo i volumi per Ast. Il Governo - concludono le Rsu - sarebbe pronto ad utilizzare risorse pubbliche per Ast”.