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“Guai a pensare che la partita su Ast si sia conclusa oggi. Il lavoro più difficile comincia da domani”. Claudio Cipolla, segretario generale della Fiom Cgil di Terni, fresco di 25 ore di trattativa, mette subito le mani avanti rispetto a possibili “rilassamenti” su quella che è diventata a pieno titolo una delle vertenze più dure e faticose della recente storia delle relazioni sindacali in Italia.
Rassegna Segretario, intanto però si è arrivati a mettere nero su bianco un’intesa che non era affatto scontata.
Cipolla Certamente, e questo è frutto della straordinaria mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori ternani, della loro determinazione e tenacia. Chiaramente, quella siglata è un’ipotesi di accordo difensiva, ma viste le condizioni di partenza non poteva essere altrimenti. Ma oggi possiamo dire che Ast resta uno stabilimento leader nella produzione di inossidabile e il fatto più positivo è che siamo di fronte ad un piano industriale radicalmente differente rispetto a quello che inizialmente ci era stato presentato, anche dopo la mediazione del governo.
Rassegna Quali sono questi elementi di novità?
Cipolla Intanto la durata, che è salita a 4 anni, periodo per il quale è garantito il mantenimento dei due forni. E poi ci sono garanzie sulla soglia minima dei volumi produttivi e sugli investimenti già codificati, ai quali se ne potrebbero aggiungere altri nei prossimi 4 anni, anche in base all’andamento del mercato.
Rassegna E naturalmente non ci sono più i licenziamenti...
Cipolla Esatto, questa era una condizione fondamentale per noi e alla fine l’uscita di personale sarà esclusivamente su base volontaria. Per quanto riguarda la clausola di salvaguardia per i lavoratori delle ditte terze, invece, non abbiamo ottenuto tutto quello che chiedevamo, ma nell’accordo è comunque previsto un percorso che consente di non lasciare soli questi lavoratori.
Rassegna E sul salario?
Cipolla Anche qui, eravamo partiti praticamente da un azzeramento dell’integrativo. Alla fine, invece, abbiamo portato a casa tre delle voci fondamentali che chiedevamo (maggiorazioni, presenza domenicale e premio di luglio), voci minime che sanciscono il principio che la contrattazione integrativa non viene cancellata in Ast. È chiaro che manca ancora un pezzo, ma la sfida nei prossimi quattro anni sarà quella di riconquistarlo attraverso la ripresa e la crescita delle produzioni.
Rassegna E adesso, parola ai lavoratori?
Cipolla Da giovedì partiremo con le assemblee informative in fabbrica. Mi aspetto una grande partecipazione. Parleremo dei contenuti dell’ipotesi di accordo che poi, probabilmente tra il 15 e il 17 dicembre, sarà sottoposta a referendum sia tra i lavoratori di Ast che tra quelli delle ditte terze che operano all’interno del sito. Parliamo di quasi 4mila lavoratori in tutto. Saranno loro a decidere se questa ipotesi diventerà un accordo definitivo.