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La luna di miele sembra già finita. I dati sugli avviamenti dell’Osservatorio sul Precariato diffusi oggi dall’Inps descrivono, per gennaio 2016, primo mese di decontribuzione ridotta per le imprese che assumono (dagli 8mila euro del 2015 a poco più di 3mila euro), un vero e proprio crollo dei contratti a tempo indeterminato. Se ne sono attivati 70mila in meno rispetto a gennaio 2015, un calo del 39%. Ma anche 50mila in meno rispetto a gennaio 2014 (quando gli incentivi non c’erano).
Una frenata era scontata e prevista, di queste proporzioni forse no. Il crollo è ben rappresentato da un grafico riportato nel rapporto Inps che descrive la curva di incidenza dei nuovi rapporti di lavoro a tempo indeterminato attivati sul totale delle attivazioni. A dicembre 2015 c’è stato un picco al 66,4%, valore quasi dimezzato a gennaio (34,3%).
Al contrario nessuna frenata sul fronte dei voucher. A gennaio ne sono stati venduti oltre 9 milioni, contro i 6,7 del 2015 (+36,4%) e i 4 milioni del 2014. Spicca il dato della Lombardia con oltre 1,7 milioni di voucher venduti in un mese e un incremento su gennaio 2015 del 41,9%.
Il primo commento ai dati sul fronte Cgil arriva dalla Toscana, dove il crollo dei contratti a tempo indeterminato è ancora più evidente: - 40,7% sul 2015 e -31,2% sul 2014. “Nel corso dell’ultimo anno avevamo avvertito che i numeri si sarebbero incaricati di fare giustizia della propaganda di governo sul Jobs Act e sulle sue salvifiche proprietà propulsive in virtù anche della facilità dei licenziamenti”, osserva Daniele Quiriconi, responsabile politiche del lavoro della Cgil Toscana. “Un paese serio – aggiunge - avrebbe il dovere di confrontarsi con la realtà, misurarsi con le distorsioni, intervenire con le necessarie modifiche legislative in uno spirito di confronto costruttivo e fuori da una infinita campagna elettorale infarcita di propaganda”.