Terzo giorno di assemblee negli stabilimenti Fedex e Tnt di tutta Italia, in vista delle due giornate di sciopero indette da Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti per giovedì 31 maggio e venerdì 1° giugno. Grande è stata finora la partecipazione dei lavoratori, molto preoccupati per il durissimo piano di riorganizzazione annunciato dalle due multinazionali di trasporti e logistica. Un piano che le aziende hanno confermato nella due-giorni di trattativa (23-24 maggio) e nell’incontro al ministero dello Sviluppo economico del 25. Una nuova tornata di incontri è prevista da lunedì 4 a mercoledì 6 giugno, mentre una prima verifica al Mise è in calendario per giovedì 7.

Il progetto della Fedex-Tnt (aziende ancora divise, ma destinate all’integrazione, visto che la Fedex ha acquisito la Tnt nel maggio 2016 per 4,4 miliardi di euro) è articolato in quattro procedure complessive tra licenziamenti e trasferimenti collettivi. Prevede, anzitutto, la chiusura di 24 sedi su 34 e l’allontanamento di 361 lavoratori (315 in Fedex, quasi tutti corrieri, e 46 in Tnt). Il piano stabilisce anche più di cento spostamenti di sede, perlopiù verso Milano e Roma (23 dipendenti di Fedex e 92 addetti alle vendite di Tnt, tutte donne), che Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti giudicano “falsi trasferimenti, visto che è improponibile, per una lavoratrice, spostarsi a centinaia di chilometri da casa e famiglia”. I sindacati, infine, temono anche la “probabile esternalizzazione massiccia di personale sul modello Tnt”.

Nell’incontro al Mise del 25 scorso le due aziende “non hanno preso in considerazione la proposta di ritirare licenziamenti e trasferimenti, ma esclusivamente offerto degli incentivi, non specificati, a chi accetta il licenziamento”. Nel corso del vertice Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti hanno ribadito la necessità del ritiro delle procedure, sottolineando che “non è ammissibile, con i bilanci aziendali in attivo, un piano di riorganizzazione che parta dai licenziamenti”. I sindacati continuano a dichiararsi “disponibili al confronto, a partire dalla salvaguardia dei posti di lavoro, dal riconoscimento delle professionalità e dal superamento del modello produttivo basato sull'allungamento della filiera della logistica e della distribuzione delle merci, come nel caso di Tnt, puntando al contrario sull’internalizzazione delle attività, per fare emergere il modello produttivo virtuoso in essere in Fedex”.

“Se c’è la volontà di affrontare un negoziato serio, ora serve un atto di responsabilità: Fedex-Tnt ritiri le procedure di licenziamento e i trasferimenti”. È questa la richiesta espressa dal segretario nazionale della Filt Cgil Giulia Guida, rimarcando l’urgenza di “un piano di riorganizzazione efficace, capace di coniugare salvaguardia dell’occupazione, qualità e quantità del lavoro”. Per la dirigente Filt “bisogna evitare di percorrere la strada delle esternalizzazioni delle attività che fanno parte del ‘core business’ delle due aziende che negli anni hanno causato danni molteplici ai lavoratori, alle imprese e all’insieme dell’economia del Paese”.

Giovedì 31 maggio, si diceva all'inizio, si terrà la prima giornata di sciopero nazionale. Presìdi e manifestazione sono previsti in tutta Italia. Nel Veneto si svolgono sit-in davanti a tutte le sedi Fedex e Tnt di Verona (presso la sede Tnt, in Strada La Ferriera, a partire dalle ore 5), Padova, Treviso Venezia, mentre una delegazione di lavoratori e rappresentanti di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti sarà a Venezia, davanti a Palazzo Grandi Stazioni, per l'incontro (alle ore 11,30) con l’unità di crisi della Regione.

Vasta la mobilitazione anche in Piemonte, dove si annunciano 81 licenziamenti e 25 trasferimenti, oltre che la chiusura delle filiali Fedex di Settimo Torinese, Marene, Galliate, Alessandria e Vigliano Biellese. A Torino previsto giovedì 31 maggio un corteo cittadino, con partenza (alle ore 9) da corso Regina Margherita e arrivo davanti alla sede del Comune (dove è stato richiesto un incontro con sindaco e giusta comunale); venerdì 1° giugno, invece, sindacati e lavoratori si ritroveranno (dalle ore 9.30 alle 12) in un presidio davanti alla sede Rai (in via Verdi).

Sciopero e presìdi anche in Emilia Romagna. “Riteniamo non accettabile esternalizzare le attività e i volumi produttivi” spiega la Filt Cgil regionale: “Occorre cambiare una situazione che è divenuta insostenibile, in molte realtà di imprese appaltatrici non vengono rispettate le elementari regole contrattuali e si esercita il dumping sociale. I lavoratori, ricattati, sono costretti a subire ogni genere di sopruso e la cultura della legalità è completamente ignorata”. Previsti due sit-in presso le sedi di filiali Tnt: a Modena (in via Germania 10), dalle ore 9 alle 13; a Bologna (in via Colombo 59), a partire dalle ore 6.

In Toscana il progetto di riorganizzazione ha stabilito la chiusura della sede Tnt di Empoli (che impiega sei addetti), mentre sono in esubero due lavoratori in quella di Calenzano. “Nella nostra regione ci sono oltre 300 lavoratori" dice Gabrio Guidotti (Filt Cgil): "Respingeremo questo piano industriale perché il modello che deve passare è quello virtuoso di Fedex, dove i corrieri sono dipendenti, e non quello di Tnt, dove il lavoro è esternalizzato. La posta in palio è altissima, la mobilitazione andrà avanti finché i licenziamenti non saranno ritirati”. Cinque i sit-in in programma per entrambe le due giornate di sciopero: a Calenzano (Firenze), presso la sede Tnt (in via del Pratignone 69); a Prato, presso la sede Fedex (in via del Beccarello 68); a Empoli, presso la filiale Tnt (in via Partigiani D’Italia 5); a Pisa, presso le filiali Fedex  (in via Asmara 3 e in via Galileo Ferraris 8); ad Arezzo, presso la sede Tnt (in via Arturo Chiari 13).