“Abbiamo fatto bene a respingere l'accordo separato. Abbiamo costruito un movimento di resistenza, dallo sciopero generale da soli alla manifestazione del 4 aprile”. Lo ha detto Carlo Podda, segretario generale della Funzione pubblica, nel corso del suo intervento all'Assemblea di programma della Cgil. Nelle categorie, dice Podda, “abbiamo provato a fare intese unitarie”, ma finora non è stato possibile. Il futuro del sindacato, spiega, “dipende da come la Cgil si assumerà le sue responsabilità: non si può aspettare in modo passivo, bisogna indicare qual è la medicina”. Sui rapporti sindacali, rilancia la necessità di misurare la rappresentanza: “Occorre un sistema che preveda la consultazione, anche come strumento di mediazione tra punti di vista diversi”. In vista del congresso “dobbiamo riflettere sui limiti oggettivi della nostra azione: servono più diritti, lavoro e diritti di cittadinanza”. Podda propone “un nuovo patto generazionale fondato sull'uguaglianza, nuovi contratti più grandi che riunifichino i lavoratori della stessa filiera, più spazio alla contrattazione integrativa perchè è in azienda che si interviene veramente sulle condizioni di impiego”. La Cgil deve inoltre difendere gli stranieri e i precari, ovvero le fasce che oggi “vivono in condizioni di schiavitù”. Ribadisce infine la sua idea della confederazione: è necessario costruire “non un sindacato che aderisce, ma che propone: poi spetterà agli altri aderire alle proposte della Cgil”.
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Assemblea Cgil: Podda, nuovo patto generazionale
17 luglio 2009 • 00:00