Martedì 21 giugno ad Ancona alle ore 18.30 presso l'Auditorium Polveriera del Parco del Cardeto “Franco Scataglini” serata conclusiva del Poesia Festival “La Punta della Lingua” 2011 (Ancona e Parco del Conero, 14-21 giugno).
Una serata in ricordo di Luigi Di Ruscio
Letture di Ascanio Celestini
Intervengono Massimo Canalini, Angelo Ferracuti, Mariano Guzzini e Giorgio Mangani
Coordina Valentina Conti
Con ascolti di registrazioni inedite della viva voce del poeta.
Sempre ad Ancona, alle ore 21.30, alla Mole Vanvitelliana, nell'ambito di Amo la Mole, Ascanio Celestini metterà in scena Fabbrica, un racconto teatrale in forma di lettera: la storia di un capoforno alla fine della seconda guerra mondiale, raccontata da un operaio che viene assunto per sbaglio. Questa replica di uno dei più bei lavori di Celestini è dedicata a Luigi Di Ruscio. In collaborazione con Arci.
Scomparso a Oslo il 23 febbraio scorso, Luigi Di Ruscio è stato un grande poeta del Novecento, molto amato da Franco Fortini, Paolo Volponi, Salvatore Quasimodo, che lo definì «uomo d’avanguardia nel senso positivo, cioè della fede nell’attualità e per la violenza del discorso». Con l’ultimo libro, “La neve nera di Oslo” (Ediesse) pubblicato lo scorso anno, ha chiuso un’esperienza letteraria durata oltre mezzo secolo. Un’esperienza in cui vita e scrittura si sono incontrate per diventare una cosa sola, mostrandoci cosa significa per uno scrittore emigrare in Scandinavia e vivere in un isolamento linguistico e sociale che è da sempre quello di tutti i migranti.
Nato a Fermo nel 1930, emigra in Norvegia nel 1957 e per quarant’anni lavora a Oslo in una fabbrica metallurgica. La sua storia letteraria è lunga e inizia nei primi anni ’50, quando pubblica la sua prima raccolta di versi Non possiamo abituarci a morire, con prefazione di Franco Fortini. La seconda raccolta, che è del 1966, Le streghe s’arrotano le dentiere, la presenta Salvatore Quasimodo. In quegli stessi anni le sue poesie sono accolte nelle più importanti antologie dell’epoca, tra cui proprio Poesia italiana del dopoguerra di Quasimodo.
Tra gli altri suoi libri di poesia: Le streghe s'arrotano le dentiere (prefazione di Salvatore Quasimodo, Marotta 1966), Istruzioni per l'uso della repressione (presentazione di Giancarlo Majorino, Savelli 1980), Firmum (peQuod 1999), L’ultima raccolta (prefazione di Francesco Leonetti, Manni 2002), Poesie Operaie (prefazione di Massimo Raffaeli, Ediesse 2007). Tra i suoi testi di narrativa: Palmiro (1° ed. 1986, 3° edizione Baldini&Castoldi 1996), L’Allucinazione (Cattedrale 2008), Cristi polverizzati (prefazione di Andrea Cortellessa, Le Lettere 2009).
L’intervista a Di Ruscio
http://www.youtube.com/watch?v=SAy2n3rruCU
Ascanio Celestini legge Luigi Di Ruscio
17 giugno 2011 • 00:00