Un accordo per integrare con ulteriori acquisizioni, a livello aziendale o territoriale, i contratti collettivi nazionali di lavoro dell’artigianato. A sottoscriverlo oggi in Umbria sono stati i presidenti di Cna Umbria e Confartigianato Imprese Umbria, Renato Cesca e Massimo Nocetti, e i segretari confederali regionali di Cgil, Cisl e Uil, Vincenzo Sgalla, Ulderico Sbarra e Claudio Bendini, che nel corso di una conferenza stampa ne hanno illustrato contenuti e risvolti.
“Si tratta di un traguardo importante – ha affermato Cesca per Cna Umbria, promotrice dell’accordo –, perché secondo noi la contrattazione territoriale può essere un valido strumento per facilitare la ripresa economica. In questi anni durissimi di crisi, il sistema della artigianato e della piccola impresa è riuscito sostanzialmente a tenere, ma la fase del riposizionamento è iniziata da poco e durerà molto tempo. Accanto all'innovazione intesa nella sua più ampia accezione, un altro degli elementi che farà la differenza, in termini di competitività del sistema produttivo, sarà quello delle risorse umane. Pertanto, tutti insieme dobbiamo lavorare per rafforzare, all'interno delle piccole e medie imprese, i rapporti di collaborazione tra i titolari e i loro dipendenti. In un mondo globalizzato, titolari e dipendenti devono avere obiettivi comuni e condividere i risultati raggiunti”.
Sulla stessa lunghezza d'onda anche Massimo Nocetti, presidente di Confartigianato Imprese Umbria: “ Questo periodo storico può essere rappresentato come una lunga fase di transizione verso un nuovo mondo. Per ottenere risultati, vanno create le condizioni affinché le imprese possano rispondere in tempi veloci alle sollecitazioni del mercato, e i dipendenti possano trarre benefici dal raggiungimento di obiettivi aziendali importanti. Nei prossimi mesi cercheremo di lavorare in questo senso, anche attraverso la contrattazione territoriale”.
Per i tre segretari confederali, per i prossimi anni la priorità sarà quella di creare nuovo lavoro.
“Veniamo da una lunga crisi in cui si sono bruciati ricchezza e occupazione – ha sostenuto Sgalla (Cgil) –. Solo in Umbria, nel periodo 2008/2014, il Pil è sceso di circa dieci punti percentuali, pari a oltre un miliardo e mezzo di ricchezza, e sono andati in fumo circa 25.000 posti di lavoro”. “Le piccole imprese possono dare un valido aiuto nella creazione di lavoro produttivo – ha proseguito Sbarra (Cisl) –. Ma gli aiuti devono venire anche dalla regione, attraverso un corretto impiego dei fondi strutturali. Nei prossimi anni, gli incentivi alle imprese andranno legati sempre più agli incrementi occupazionali”. Per Bendini (Uil), “un ruolo importante nel sostegno all'occupazione e al miglioramento delle condizioni nei luoghi di lavoro lo potrà dare anche l'ente bilaterale dell'artigianato (Ebrau), che tanto impegno sta mettendo anche nello sviluppo di nuove forme di welfare. Siamo convinti che con la firma di questo protocollo partirà una nuova stagione nella nostra regione”.
Accanto all'accordo quadro, che stabilisce le linee guida a cui si atterranno tutti i contratti territoriali, che verranno sottoscritti nei prossimi mesi per i diversi settori produttivi, i rappresentanti delle associazioni artigiane e dei sindacati hanno firmato anche un avviso comune per l'applicazione del criterio di proporzionalità alle sanzioni comminate ai dipendenti all'interno delle imprese. “In questi anni, abbiamo lavorato per sostenere in ogni modo le imprese – ha detto Roberto Giannangeli, direttore di Cna Umbria –. Siamo convinti che con gli accordi territoriali di secondo livello si potrà aggiungere un nuovo e importante tassello al lavoro fin qui svolto”.