"Oggi abbiamo partecipato insieme al Coordinamento romano per l'accesso alla terra all’iniziativa per contrastare la svendita del patrimonio di Arsial, patrimonio pubblico – dichiarano Amedeo Formaggi e Paola Fuselli della Fp Cgil di Roma e del Lazio –. Arsial è ormai un ente alla deriva, gestito in maniera inadeguata, con gravi problemi contabili che ne pregiudicano l’operatività: esternalizzazioni di servizi, gare d’appalto opache e svendita del patrimonio, inquietanti intrecci societari, fiumi di danaro elargiti all’enoteca regionale Palatium, hanno ridotto una struttura pubblica, che poteva essere di eccellenza per il servizio reso al mondo agricolo regionale, a simbolo di degrado, di malagestione della cosa pubblica, a un apparato ad alto rischio corruttivo".

"Lo stesso nuovo modello strutturale dell’agenzia, fortemente voluto dagli attuali organi di vertice (ma non autorizzato dalla Regione Lazio) – aggiungono i due sindacalisti –, affossa le fondamentali funzioni di carattere tecnico e di servizio al sistema agroalimentare regionale e, con esse, le professionalità dei dipendenti, di ruolo e precari, laddove vengono istituiti servizi che poco o nulla hanno a che fare con la mission dell’ente, costituiti con ogni evidenza per rispondere a logiche avulse dal contesto normativo di riferimento. Abbiamo ribadito tutto questo nell’incontro che si è tenuto oggi con il direttore, ribadendo che non  ci presteremo a operazioni gattopardesche e clientelari. Continueremo a dare battaglia per un ente che torni a essere, grazie al personale qualificato di cui dispone, una struttura pubblica di riferimento per il mondo agricolo, per i giovani che nell’attività agricola vogliono investire risorse ed energie, consapevoli che il futuro economico della nostra regione e il benessere della società, soprattutto in un periodo di crisi e di scarsità di risorse, passano per un rinnovato rapporto con la terra e con l’agricoltura".