Sul caso di Arpa Sicilia domani le organizzazioni Cgil Cisl Uil alle  ore 9.30 incontrano l’assessore al territorio Maurizio Croce nella sede di via Ugo la Malfa a Palermo. La riunione è stata convocata per affrontare il problema delle difficoltà economiche e finanziarie di Arpa dovute alla mancanza di liquidità che sta mettendo a repentaglio l’erogazione degli stipendi e l’operatività della società. “La  società sta attraversando un periodo di sofferenza, ci sono stati già ritardi nell’erogazione degli stipendi di ottobre e non c’è certezza per gli stipendi di novembre, dicembre e tredicesima – dichiara Maurizio Comparetto, Funzione Pubblica Cgil di Palermo – Ci interesse capire se la Regione è interessata al rilancio della società e a investire sui  servizi per i  cittadini, se  Arpa debba essere mantenuta in piedi come  stipendificio o può ambire a sviluppare realmente i suoi compiti, le politiche di controllo del territorio,  per la salvaguardia dell’ambiente e della salute dei cittadini”. “Oggi l’Arpa – aggiunge Comparetto - ha difficoltà a espletare l’ordinaria attività,  mancano i reagenti e il materiale per operare e riusciamo a garantire solo le emergenze”. I sindacati, che per domani avevano indetto una manifestazione, che è stata cancellata, alla luce dell’esito di questo incontro definiranno eventuali azioni future.

Tra le richieste c’è anche l’ampliamento dell’Agenzia,  per raggiungere la dotazione organica prevista di 550 unità. Oggi  l’ organico è composto da  389 unità, di cui  178 sono i dipendenti Arpa. Il resto è composto da personale in comando e da funzionari dell’Asp. I lavoratori chiedono di essere valorizzati e di avere il riconoscimento delle mansioni.

Da circa tre anni il contributo di finanziamento di Arpa si è ridotto passando dai 16 milioni di euro del 2012, ai 9,5 del 2014, agli 11,3 milioni del 2015. Inoltre ai dipendenti è stato ridotto lo stipendio secondo quanto previsto dalla normativa nazionale e regionale (L 120/ 2010 e circolari applicative emanate dall’assessorato regionale Sanità), che ha comportato la riduzione del 21 per cento dei fondi di comparto rispetto al 2010.