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Nuovo capitolo a Genova nella lotta dei dipendenti della multinazionale saudita Arkad per difendere il posto di lavoro, dopo che la società ha annunciato la chiusura della sede entro il 1° aprile. Lunedì 3 febbraio si è tenuto uno sciopero, con presidio a Sestri Ponente (davanti alla sede dell'azienda), mentre oggi (martedì 4 febbraio) i lavoratori si recano in Comune: l'appuntamento è fissato alle ore 11.30 in piazza Fontane Marose (altezza via Garibaldi) per recarsi a Tursi, dove alle 12 saranno ricevuti dalla Conferenza dei capigruppo.
Due anni fa la multinazionale svizzera Abb cede un ramo d'azienda a un'altra multinazionale, la saudita Arkad. Sopra quel “ramo” però ci sono i lavoratori (una ventina) della sede genovese di Abb (ora Arkad), impiegati nel settore Oil&Gas, per anni fiore all'occhiello dell'azienda svizzera. L'operazione, avvenuta grazie all'accordo separato (non sottoscritto dalla Fiom) del 28 dicembre 2017, viene però dichiarata illegittima dal Tribunale di Genova, con sentenza del 24 gennaio scorso. Il Tribunale ha intimato ad Abb di ripristinare i rapporti di lavoro, con il rispettivo inquadramento professionale allora riconosciuto, e con efficacia giuridica ed economica dal 1° gennaio 2018. Nel frattempo la Arkad annuncia la chiusura della sede genovese entro il 1° aprile, confermando in pieno le preoccupazioni dei sindacati sulla cessione, considerata un “trucco” per liberarsi dei lavoratori.
“Dopo questo annuncio tutto diventa ancora più evidente e soprattutto più chiaro”, commenta Mirco Rota, responsabile Fiom Cgil per Abb: “Non solo hanno violato le norme di legge, come ha stabilito il Tribunale di Genova, ma dopo aver fatto un’operazione maldestra ora se ne lavano le mani. Una vicenda che anche i presidenti di Regione di Liguria e Lombardia, a suo tempo, segnalarono al governo come un’operazione pericolosa per i lavoratori”. I dipendenti, intanto, hanno proclamato uno sciopero a oltranza, con presidio davanti ai cancelli di Abb (in via Albareto, 35).