“A due settimane dall’inizio del nuovo appalto Telecom per la gestione degli stabili, affidato in precedenza da Telecom interamente a Manutencoop, in virtù di una cessione di ramo d’azienda, ancora non c’è alcun segno tangibile dell’impegno, sbandierato dal gruppo in sede di ministero dello Sviluppo lo scorso 5 novembre, a facilitare l’assorbimento del personale nelle nuove aggiudicatarie”. Così dichiara Riccardo Saccone, Slc Cgil nazionale.
 

“A parte un paio di offerte, al di sotto delle professionalità dei lavoratori, non arriva alcun segnale di buona volontà da parte dei nuovi assegnatari, soprattutto in quelle regioni dove Telecom Italia ha tolto completamente l’appalto a Manutencoop, e quindi ai suoi ex dipendenti – prosegue il sindacalista –. Delle due, l’una: o questa disponibilità di Telecom è solo teorica o, come temiamo, il valore e la struttura dei nuovi appalti rende difficile, se non impossibile, rioccupare lavoratori dall’alta professionalità e con un costo del lavoro conseguente”.
 
“Questa vicenda non può e non deve chiudersi in questo modo. Se da un lato, chiediamo a Manutencoop di garantire tutta l’occupazione possibile nelle regioni dove ha vinto la commessa; dall’altro, continuiamo con maggior forza, dal momento che la procedura di licenziamento collettiva aperta da Manutencoop volge al termine, a domandarci quali possano essere i razionali che hanno portato Telecom a segmentare oltre ogni ragionevolezza la commessa, esponendosi anche al rischio di pregiudicare la qualità del servizio. Tutto questo, a fronte del pronunciamento di vari giudici che hanno dichiarato illegittima la cessione di ramo del 2004, e dopo aver speso una cifra astronomica per l’appalto, un miliardo e cento milioni in dieci anni, per il costo dell’enorme contenzioso giudiziario. Proveremo a chiederlo domani all’amministratore delegato di Telecom Patuano”, conclude Saccone.