“È inaccettabile che 4mila lavoratrici e lavoratori degli appalti delle pulizie delle scuole statali, a due giorni dall’avvio dell’internalizzazione dei servizi, non abbiamo alcuna certezza del loro futuro occupazionale e di reddito”. È quanto dichiarano i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo, mentre al Ministero del Lavoro è in corso da giorni la trattativa sulla vertenza. Degli oltre 16mila addetti totali, il 1 marzo meno di 12mila saranno internalizzati, ma i sindacati chiedono che vengano individuate risposte e garanzie per tutti. “Il Governo - concludono i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil - trovi subito una soluzione”.
GABRIELLI (FILCAMS): CHI SI ASSUME LA RESPONSABILITA' PER GLI ESCLUSI?
Chi si assume la responsabilità per i quasi 4 mila lavoratori che sono esclusi dal processo di internalizzazione? "In una fase così complessa e delicata per la vita delle persone, delle lavoratrici e dei lavoratori, può apparire fuori luogo richiamare l’attenzione ad un’idea di normalità, ma il continuo invito alla calma, al coordinamento, alla responsabilità, vuole dire anche produrre uno sforzo, su tutti i fronti, per continuare a condurre una vita normale a partire dalla necessità di dare risposte, in tempi rapidi, ai problemi che i settori del terziario, turismo e servizi stanno affrontando. Quindi, in una fase di “normalità”, dobbiamo con urgenza chiedere dove è finito il tavolo al Mise per la vertenza Auchan – Conad, o il tavolo per il fallimento del Gruppo Manital, la definizione del percorso per la ex Mercatone Uno; ma soprattutto, oggi, chiediamo quali risposte arriveranno dall’incontro convocato al Ministero del Lavoro per i lavoratori degli Appalti nelle scuole che restano fuori dal percorso di internalizzazione”. È quanto afferma Maria Grazia Gabrielli, segretaria generale della Filcams Cgil in una nota.
“Nel silenzio generale della stampa e della politica, (salvo le occasione utili per fare mera polemica e difese di ufficio) dalla primavera-estate del 2019 la Filcams, insieme a Fisascat, Uiltrasporti e le Confederazioni, ha reiterato più volte la richiesta di un tavolo di coordinamento in capo alla Presidenza del Consiglio per affrontare un percorso complesso che già in partenza conosceva il risultato: una parte delle lavoratrici e dei lavoratori sarebbero rimasti esclusi e, da un lavoro certo instabile, contraddistinto anche da tanti problemi nel corso di questi anni, sarebbero passati dallo status di occupati a disoccupati”.
Non sono stati sufficienti scioperi, presidi, manifestazioni, comunicati, interlocuzioni che hanno portato allo sfinimento lavoratrici e lavoratori; come non sono bastati i correttivi – frutto anche dell’azione sindacale – inseriti nel decreto sull’internalizzazione poichè la modalità con cui sono stati recepiti hanno prodotto un aumento dei posti ma con il sacrificio, tutto a carico delle persone, di passare da un contratto full time nelle aziende a un contratto part time nella scuola. Condizione presente per oltre 4000 lavoratrici e lavoratori. Quello dell’internalizzazione, che abbiamo definito un percorso condiviso, pur con i forti problemi ancora presenti e da gestire per il futuro, prenderà il via dal 1° marzo, ma ha generato una contraddizione socialmente insostenibile: lascerà indietro, senza rete di protezione, quasi 4000 lavoratori e lavoratrici. Non è tempo della polemica, ma dei dati oggettivi e del richiamo alla responsabilità".
"Solo attraverso un’azione coordinata si può gestire un’emergenza e una vertenza complessa, frutto di una scelta politica ben precisa. C’è bisogno del coinvolgimento dei ministeri, delle Regioni, delle aziende per costruire risposte concrete per il sostegno al reddito e l’individuazione di percorsi di qualificazione e ricollocazione, come sono indispensabili interventi all’interno della norma stessa dell’internalizzazione per avviare le fasi che erano state già previste. Cos’altro dobbiamo aggiungere affinchè le Istituzioni assumano fino in fondo la responsabilità rispetto alla scelta compiuta per i lavoratori degli appalti delle pulizie? In coerenza con quanto fino ad oggi sostenuto e fatto – conclude Gabrielli – la Filcams continuerà a chiedere e rivendicare questa assunzione di responsabilità fattiva, perché è giusto e perché il tempo delle parole è scaduto e le persone – non i numeri – hanno bisogno di risposte per non lasciare indietro nessuno”.