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Sono in 5 e ogni giorno si occupano di preparare i pasti per oltre 300 lavoratori delle Omcl, le officine di manutenzione delle locomotive di Trenitalia a Foligno (Pg). Sono lavoratrici in appalto, dipendenti dell’azienda Elior, multinazionale della ristorazione collettiva. Franca, Olga, Oria, Daniela e Angela - questi i loro nomi - oggi però hanno deciso di scioperare e insieme alla Filcams Cgil si sono ritrovate fuori dalla grande fabbrica (una volta fino a 1600 dipendenti) per chiedere il rispetto dei loro diritti. “Sono mesi che in busta paga spariscono gli straordinari, le ferie, i permessi - spiegano le donne - e poi i carichi lavoro sono diventati insostenibili, soprattutto se manca qualcuna di noi, per ferie, malattie o perché è in 104, visto che l’azienda non fa sostituzioni”.
Eppure, oggi che c’è sciopero le lavoratrici trovano una spiacevole sorpresa: al loro posto c’è qualcuno che sta preparando i pasti per i ferrovieri, forse dipendenti di altri siti in cui opera l’azienda o forse interinali chiamate proprio per tappare il buco creato dallo sciopero. “Siamo obbligati a farlo - si è giustificata l’azienda - perché lo prevede il capitolato d’appalto. Dobbiamo garantire comunque il servizio al committente”.
Per la Filcams invece siamo di fronte ad una palese violazione del diritto di sciopero, tanto che il sindacato valuta una denuncia per comportamento antisindacale. “Siamo al paradosso più totale - osserva Stefania Cardinali, segretaria generale della Filcams Cgil di Perugia - mentre il committente come noto non ha responsabilità solidale nei confronti delle lavoratrici della mensa, la ditta appaltatrice dice di essere obbligata dallo stesso committente a sostituire le lavoratrici in sciopero. Un fatto gravissimo”.
A rincuorare, almeno in parte, le lavoratrici c’è però un’altra solidarietà, non quella tra aziende. “Anche se hanno sostituito le lavoratrici in sciopero la stragrande maggioranza dei colleghi ferrovieri ha deciso di disertare la mensa e pranzare con un panino - spiega Ivano Bruschi, operaio delle Omcl e sindacalista Filt Cgil - e questo proprio per testimoniare la nostra vicinanza alla loro lotta, anche perché oggi tocca a loro, ma domani potrebbe toccare a chiunque di noi”.
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Sullo sfondo della protesta, naturalmente, i referendum, quello sugli appalti in modo particolare. “Se Trenitalia fosse della partita, non solo per pretendere il servizio, ma anche per assicurare il rispetto dei diritti di chiunque lavori all’interno delle sue officine, oggi non saremmo qui a scioperare - conclude Stefania Cardinali - ecco perché abbiamo voluto con forza il referendum sugli appalti e ora chiediamo al governo di fissare una data e di dare la possibilità anche a queste lavoratrici di cambiare in meglio la propria condizione”.