I dieci lavoratori dei servizi d'igiene ambientale del San Camillo, cruciali per il funzionamento della struttura ospedaliera, rischiano il posto per un pasticcio sulle gare d'appalto. Il bando di gara, realizzato dall’ospedale, è stato oggetto di un ricorso al Tar, da parte della seconda azienda classificata, che ha prevalso su quella che inizialmente si era vista aggiudicare la gestione del servizio.
"Al momento del passaggio di consegne all’azienda uscita vincitrice dal ricorso al Tar, però, il San Camillo non sembra in grado di far rispettare la clausola di salvaguardia, con la società subentrante che approfitta della debolezza della struttura pubblica per risparmiare sulle pelle dei lavoratori, applicando contratti dequalificanti e minacciando di fatto un licenziamento collettivo in caso d'opposizione", sostiene la Fp Cgil di Roma e Lazio in un comunicato.
"È inaccettabile che i bandi emessi da una struttura pubblica siano gestiti in modo così sciatto, e che si lasci alle aziende una discrezionalità così alta a scapito dei lavoratori. Altrettanto intollerabile è non riuscire a ottenere dall’amministrazione del San Camillo un semplice incontro, per capire come intendano uscire da questa situazione. Come organizzazione sindacale, metteremo in campo tutte le iniziative necessarie a garantire la continuità occupazione, e quindi il rispetto delle clausole di salvaguardia, a partire dal riconoscimento del contratto nazionale di lavoro", conclude la nota del sindacato.