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Cosa diventeranno le banche nei prossimi anni? E quali saranno le sorti dell’intero settore del credito alla luce delle crescenti evoluzioni tecnologiche? Domande centrali per un sindacato, come quello della Fisac, che in questi ultimi anni ha già visto il personale complessivo scendere da 340 mila a 296 mila unità, anche a causa della “rivoluzione digitale”. Domande cui cercano di rispondere gli “Scenari di settore”, report elaborato da Isrf Lab (l’Istituto di studi, ricerca e formazione su lavoro, assicurazioni e banche della Fisac), che viene presentato oggi (mercoledì 28 novembre) al IX congresso della Federazione in corso a Roma, e che introduce (ore 17) il dibattito su “Il sistema del credito e delle assicurazioni tra crescita, occupazione e innovazione digitale”, con la partecipazione di numerosi ospiti.
“Il primo dato da evidenziare è la crescita a ritmi sostenuti del mobile banking”, esordisce il responsabile dell’Istituto Nicola Cicala: “Il 31 per cento dei clienti dichiara di usarlo, e non solo per fini informativi, ma proprio per fare i bonifici e le varie operazioni bancarie. La crescita è impetuosa, basti pensare che appena cinque anni fa la quota era soltanto del 6 per cento”. Ma c’è di più: “Il computer ormai è roba vecchia, la quasi totalità dei ‘clienti digitali’ usa lo smartphone e, in misura minore, il tablet. Un successo accelerato sia dalla diffusione dei dispositivi mobili sia dalla realizzazione di app per il ‘piccolo schermo’ sempre più semplici e veloci”. Lo studio, inoltre, evidenzia anche la crescita dell’intercanalità, cioè i metodi che vengono usati per entrare in contatto con la banca: i “digitali puri” sono il 14 per cento del totale dei clienti, e ben il 53 per cento è rappresentato dai “phy-gital”, ossia coloro che utilizzano di volta in volta agenzia, web, call center e atm.
Ma il mobile banking è solo un aspetto della questione, in un certo senso già un po' sorpassata. Il vero aspetto “nuovo” è rappresentato dall’ingresso nel mondo bancario sia di FinTech (ossia le società che svolgono servizi nel settore finanziario, come Paypal o Satispay, e tutte le aziende che offrono servizi di pagamento digitale e trasferimento di moneta) sia di BigTech, cioè le grandi piattaforme come Google, Alibaba o Facebook. “Queste società della ‘economia delle piattaforme’ – riprende Cicala – di noi sanno tutto: i nostri gusti, cosa ci piace comprare, dove amiamo viaggiare. Vedono i pagamenti e i servizi finanziari non tanto come un fine in sé, ma soprattutto come uno strumento per vendere pubblicità, per monetizzare il loro ritorno economico tramite e-commerce o altri servizi. Queste società, inoltre, hanno una base dati enorme e hanno catturato una quota sempre crescente del tempo e dell’attenzione dei consumatori”.
Mobile banking e piattaforme digitali, dunque, stanno cambiando radicalmente il mondo del credito. “Il settore bancario, fatto di filiali una vicina all'altra e di rapporto personale col cliente, inizia a non rispondere più alle esigenze del mercato”, aggiunge il responsabile dell’Irsf Lab: “Dobbiamo adeguarci all’idea, ad esempio, che il lavoro del cassiere progressivamente scomparirà. E quindi, come sindacato, occorre capire come affrontare questi cambiamenti, ragionando sul ventaglio di possibilità che vanno dalla formazione allo smart working, ai piani di esodo incentivato”.
Una questione, quella della “grande sostituzione dei lavori” nel settore bancario, che la Fisac si pone già da tempo. “Già quattro anni fa, nel corso delle trattative per il rinnovo del contratto, proponemmo un nuovo ‘modello di banca’, fondato sull’idea di una banca al servizio del Paese”, illustra Cicala. Per il responsabile Isrf l’Italia “ha bisogno di consulenti finanziari e di filiali che sappiano intercettare e finanziare le start up. Abbiamo bisogno di nuove figure professionali, come i ‘tutor per l’innovazione’, ben centrati sull’economia reale e sull’obiettivo, ad esempio, di finanziare la crescita dimensionale delle piccole imprese. Mettersi al servizio del Paese: questo chiediamo alle banche, consapevoli che i lavoratori sapranno fare la propria parte, come hanno sempre fatto”.
IX Congresso: il programma della terza giornata
L’assise si apre con il prosieguo dei lavori congressuali, cui segue (ore 12) il dibattito “Destra, sinistra e sindacati al tempo dei populismi e dei sovranismi”, cui partecipano il segretario confederale Cgil Maurizio Landini e i docenti Carlo Galli (Università di Bologna) e Mimmo Carrieri (Università La Sapienza di Roma). Dopo la pausa pranzo, nuova prosecuzione dei lavori e poi confronto (moderato dalla giornalista Roberta Lisi) su “Banche, lavoro, Europa” tra il segretario generale uscente Agostino Megale e l’amministratore delegato di Intesa San Paolo Carlo Messina.
Il programma del pomeriggio prevede (ore 17) la presentazione degli “Scenari di settore” a opera del responsabile Isrf Lab Nicola Cicala, cui segue la tavola rotonda (presieduta dalla segretaria nazionale Fisac Elena Aiazzi) su “Il sistema del credito e delle assicurazioni tra crescita, occupazione e innovazione digitale”. Al dibattito intervengono il segretario generale uscente Agostino Megale, il segretario confederale Cgil Vincenzo Colla, il direttore generale UnipolSai Matteo Laterza, l’amministratore delegato Bpm Giuseppe Castagna, l’amministratore delegato Credit Agricole Giampiero Maioli, l’amministratore delegato Generali Italia Marco Sesana e il responsabile human capital di Unicredit Paolo Cornetta. La giornata si conclude con un ulteriore fase di dibattito congressuale.