"Da più di sette anni, dopo l'introduzione delle liberalizzazioni delle aperture e degli orari nel commercio da parte del decreto Salva Italia del governo Monti, il settore è stato completamente stravolto. La norma, che secondo i promotori aveva l'obiettivo di aumentare i consumi e l'occupazione, non ha raggiunto alcun risultato, se non spostare gli acquisti dei cittadini durante il weekend o nelle ore serali e peggiorare la vita di chi lavora nei negozi o nei centri commerciali". A dirlo è una nota della Filcams Cgil: "Con la campagna 'La festa non si vende' la Filcams ha portato avanti in questi anni una battaglia al fianco dei lavoratori del settore, continuando a mobilitarsi per chiedere la modifica della legge. Percorso che è stato accompagnato da tante iniziative nazionali e nelle singole regioni, audizioni nelle commissioni parlamentari, poiché si era avviato un iter di revisione della legge che però non è stato portato a compimento". E' per questo che, dopo la "manifestazione di sensibilità al tema dichiarata più volte dal ministro del lavoro Luigi Di Maio", le federazioni nazionali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil hanno richiesto ufficialmente un incontro per affrontare il problema.
"E' indispensabile - afferma Maria Grazia Gabrielli, segretaria generale della Filcams Cgil - definire una normativa che riporti al centro dell'attenzione il tema delle liberalizzazioni, per mettere ordine nel panorama legislativo e ripartire da una regolamentazione delle aperture domenicali e festive, riportando in mano alle istituzioni locali e ai tanti comuni italiani, che hanno caratteristiche ed esigenze diverse, la programmazione".