Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil apprezzano la fase di confronto in atto tra governo e sindacati sulle pensioni, ma chiedono con forza all'esecutivo “che non sia penalizzato chi già subisce le conseguenze della scellerata riforma Fornero, cioè i lavoratori agricoli, gli stagionali del settore alimentare e, in particolare, le donne”. Per l'accesso all'Ape agevolata si parla di innalzamento dei contributi da 20 a 36 anni. Inoltre, non inserire il lavoro agricolo “tra le attività gravose rappresenterebbe un grave colpo per i lavoratori, in particolare per le donne. Si tratta di due questioni sulle quali esprimiamo tutta la nostra contrarietà”.
Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil ricordano che “per la stagionalità dell'occupazione sono pochissimi i lavoratori agricoli e alimentari che arrivano a 36 anni di contributi e che questa decisione, se confermata, colpirebbe soprattutto le donne”. I sindacati dei lavoratori dell’agricoltura e dell’industria alimentare si augurano che il “governo intenda compiere come promesso uno sforzo reale a favore dei lavoratori più deboli e che l'Ape agevolata dia frutti concreti anche per i lavoratori dell'agroalimentare. Non ci sembra di chiedere la luna se insistiamo perché non siano penalizzati quei lavoratori che svolgono lavori gravosi e che hanno spesso carriere lavorative discontinue”.