Piccole targhe di ottone grandi quanto un sampietrino, collocate davanti all’abitazione di una vittima della Shoah, in cui sono incisi nome e data di nascita del deportato, giorno della deportazione, lager, data della morte (quando è conosciuta). Sono le pietre d’inciampo, ideate dall’artista tedesco Gunter Demnig, collocate per la prima volta a Colonia nel 1995. In Italia l’iniziativa – un lavoro in progress – è partita ai primi del 2010.

Ieri 12 gennaio si è scoperto che davanti al civico 67 di via di Santa Maria in Monticelli, a Roma, sono sparite le tre pietre dedicate alle sorelle Spizzichino: Grazia, Letizia ed Elvira. Un brutto segnale, l’ennesima manifestazione di antisemitismo in una città in cui l’intolleranza sembra non essere più un fatto episodico.

A ricordarlo, fra gli altri, Cgil di Roma e Lazio, Cisl di Roma e Uil di Roma e Lazio, che annunciano la loro presenza alla mobilitazione organizzata domani 14 gennaio in Via di Santa Maria in Monticelli dall’assessore alla memoria del I Municipio di Roma Emiliano Pittueo.

A ridosso della giornata della memoria del 27 gennaio, scrivono i segretari generali Claudio Di Berardino, Mario Bertone e Luigi Scardaone, l’iniziativa è “la giusta risposta ai rigurgiti antisemiti presenti in città e all’inqualificabile episodio cui abbiamo assistito. La rimozione delle pietre d’inciampo dedicate alle sorelle Spizzichino è un insulto alla città di Roma, medaglia d’oro al valor militare per il contributo dato alla Resistenza e a tutti i cittadini che si riconoscono nei valori della democrazia, della libertà, della verità”.