“Assistiamo in queste ore a un profluvio di commenti dopo la notizia del preliminare di vendita di Ansaldobreda (compreso lo stabilimento di Pistoia) e di STS da parte di Finmeccanica alla conglomerata giapponese Hitachi. Dopo qualche giorno si possono fare a mente fredda alcune considerazioni che necessariamente non possono non ripercorrere la storia degli ultimi 15 anni". Lo afferma, in una nota, Daniele Quiriconi, della segreteria Cgil Toscana.
"Se andassimo ancora più indietro - spiega - “scopriremmo” tra l’altro, come all’epoca della fusione tra Breda e Ansaldo, la Cgil e la Fiom locale espressero più di una contrarietà. L’idea di divisione del civile dal militare di Finmeccanica risale a qualche lustro fa: ha ripreso slancio col progetto Finmeccanica 1 Finmeccanica 2, dove nella “2” inteso come produzioni civili, dovevano essere allocate le divisioni civili compreso i trasporti, in una sorta se non di “bad” almeno di impresa di serie b non core business".
"Già dai primi anni 2.000, ogni anno, il direttore finanziario e successivamente AD Pansa, in occasione della presentazione del bilancio alla city di Londra, annunciava l’imminente svendita del ferroviario, anche quando questi non produceva troppi debiti. Nello stesso tempo Finmeccanica, che giova ricordare è Holding controllata dal Ministero del Tesoro, ha visto dai Governi di diverso segno che si sono succeduti, o confermare i suoi vertici o avvicendarli all’interno dello stesso ristretto cerchio magico da decenni “dominus” dell’azienda. C’è voluta l’inchiesta della magistratura ordinaria per mettere ordine con arresti e inchieste che coinvolgono lo studio e lo stesso ex Ministro Tremonti a cui ci rimettiamo per gli esiti conclusivi, per operare una rottura totale col passato. Uno dei temi oggetto di indagine è l’acquisto di DRS technology negli USA, presentata come una porta di accesso al militare statunitense e semplicemente pagata tre volte il prezzo di mercato come tutta la stampa internazionale e perfino la CGIL locale denunciò nel silenzio della politica".
"Giova ricordarlo anche all’ineffabile ingegner Moretti che, in una recente audizione alla commissione attività produttive della Camera dei Deputati, ha chiesto dove fosse il sindacato quando si faceva scempio dell’azienda, specie di AnsaldoBreda. Il sindacato, almeno la CGIL, almeno nel territorio, prendendosi anche accuse di Ministri e parlamentari di gridare troppo “al lupo al lupo” sostiene poi dal 2003, con tante iniziative pubbliche e incontri istituzionali (non solo scioperi) che lo testimoniano, il sostanziale abbandono dell’azienda rispetto alla ricerca, all’innovazione, ai nuovi prodotti (alcuni sbagliati) in atto da molti anni e che hanno messo a rischio il futuro dell’azienda".
Quiriconi quindi prosegue: "I 4 amministratori delegati in poco più di 10 anni hanno lasciato dietro di sé, anche se sarebbe ingiusto non operare qualche distinzione, molti debiti, commesse acquisite in perdita, fallimentari organizzazioni del lavoro, nessun nuovo prodotto se pensiamo che anche l’ETR 1000 è lo sviluppo di un treno Bombardier con la quale è stato realizzato il consorzio per l’alta velocità. Un’azienda scarica di commesse e di nuovi prodotti non ha futuro e, considerato che i tempi dell’ingegnerizzazione di un nuovo treno sono di almeno 18 mesi, è difficile prevedere che dopo l’ultimo treno di AV consegnato l’azienda corra il rischio di fermarsi. Da anni sosteniamo che un’azienda di poco più di 2.000 dipendenti con un’organizzazione produttiva su 4 stabilimenti, figlia di un’epoca in cui più che a logiche industriali si è stati permeabili ad altro, non può stare in piedi davanti a competitor 10 volte più grandi".
"Allora, aver evitato che un diretto concorrente come Alstom o Bombardier acquisisse e cannibalizzasse Breda è già un successo, ma certo sarebbe stato meglio costituire un polo nazionale del ferroviario che però, con buona pace delle dichiarazioni dell’ex presidente di Ferrovie ora Presidente di Finmeccanica, non è mai stato a portata di mano. E a cui nessun Governo, di nessun segno, men che meno l’ultimo, ha mai veramente creduto. Poi naturalmente, fuori dallo slogan, avremmo avuto di che discutere nell’individuazione del perimetro di questo polo; l’opinione a Pistoia e in Toscana è che non tutte le imprese potessero starci dentro, ma questa ormai è un’altra storia. Oggi, personalmente, trovo discutibili gli entusiasmi degli esponenti di Governo e della politica toscana, come al solito sganciati dai contenuti, ma ancorati alla propaganda per la privatizzazione che non è altro che il perseverare nella consegna di assett industriali importanti (30 negli ultimi 3 anni) a multinazionali straniere spesso extraeuropee da parte dell’Italia".
"Nello stesso tempo trovo sinceramente poco credibile e poco più che di bandiera la richiesta di intervento del Governo che blocchi la cessione. In questa nuova fase, con questo nuovo assetto, serve un territorio, nell’espressione dei suoi vari livelli di Governo e che dopo il fuoco di fila dell’estate 2010 ha un po’ allentato l’attenzione, che vigili sugli impegni occupazionali e sui necessari consistenti investimenti sui processi e specialmente sui prodotti. Senza questo AnsaldoBreda morirà, come stava morendo. Il sindacato dovrà essere capace in un nuovo contesto di un maggior ruolo magari accordando i suoni non solo di una gestione unitaria della vertenza, ma anche ricomponendo un dualismo nazionale/territorio, categoria/confederazione che è la cifra di questi anni e che in più di un’occasione ha fatto dire cose diverse. Tutto il resto, anche le sottolineature di questi giorni sui giornali o sul silenzio di questo o di quello sono solo campagna elettorale”, conclude.
AnsaldoBreda: Cgil Toscana, no entusiasmo, vigilare su occupazione
2 marzo 2015 • 00:00