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Non solo rilanciare il ruolo della contrattazione, ma anche estendere il perimetro dei diritti, nella consapevolezza che c’è una larga fetta del mondo del lavoro fortemente sottotutelata. E alla quale vanno garantiti pieni diritti e pari dignità rispetto agli altri lavoratori. Questi gli obiettivi della Carta universale dei diritti dei lavoratori e dei lavoratrici, la proposta di legge di iniziativa popolare sulla quale la Cgil si appresta anche in regione a promuovere una straordinaria iniziativa di consultazione dei lavoratori. Con due obiettivi: da un lato raccogliere le firme necessarie per avviare l’iter della legge, che sarà di rango costituzionale e punta a riscrivere lo Statuto dei lavoratori, da un lato sostenere la campagna per i referendum abrogativi del jobs act.
In Fvg la campagna comincia ufficialmente domani, con l’arrivo in regione del “Bus dei diritti”, il pullman che la Cgil nazionale sta facendo girare in tutta Italia e che domani mattina farà tappa alla Luvata di Pocenia. Nelle prossime settimane, quindi, sarà reso noto il calendario delle assemblee, che interesseranno centinaia di fabbriche, aziende, uffici pubblici e privati, oltre alle sedi territoriali del sindacato dei pensionati. "Uno sforzo straordinario – spiega il segretario della Cgil Fvg Franco Belci – come è richiesto del resto dall’obiettivo ambizioso che ci prefiggiamo: un nuovo Statuto dei lavoratori, per invertire quella rotta verso la precarizzazione del lavoro e dei diritti che ha avuto nell’approvazione del Jobs Act il suo passaggio cruciale".
Dietro alla campagna della Cgil, quindi, anche una precarizzazione del mercato del lavoro che il Jobs Act non ha fermato. Se è vero che il 2015 ha visto una crescita dei contratti a tempo indeterminato a livello nazionale (+37%) e soprattutto in regione, con una crescita record dell’87%, la Cgil segnala come questo incremento non abbia ancora portato a un saldo positivo tra assunzioni e cessazioni, sempre nell’ambito dei contratti a tempo indeterminato. "E il tasso di contratti stabili, pur quasi raddoppiato, non supera il 20% sul totale delle assunzioni", rimarca ancora Belci.
Guardando alla platea complessiva del lavoro dipendente in regione, inoltre, la crisi ha colpito soprattutto i contratti stabili: se nel 2010 il totale degli assunti a tempo indeterminato sfiorava le 245mila unità, su un totale di 303mila dipendenti, a fine 2014 era sceso a 232mila, mentre erano 36mila i dipendenti con contratto a termine, tra cui 16mila interinali, e i contratti atipici si attestavano su un valore medio mensile di 16.500. "Contratti atipici – sottolinea Belci – che il Jobs Act non ha cancellato, limitandosi a incentivare attraverso gli sgravi contributivi le assunzioni a tempo indeterminato, nella nuova forma del contratto a tutele crescenti, cioè senza articolo 18". Altro dato che proccupa l’aumento dei contratti part-time, che a fine 2014 costituivano quasi un quarto (il 24%) dei contratti tipici, contro il 20% del 2010. "Segno evidente – commenta il sindacalista – che ad aumentare non è soltanto la disoccupazione, ma anche il lavoro povero e sottopagato".
È a questo nuovo modello di mercato del lavoro che intende dare una risposta la Carta dei diritti universali della Cgil, "un testo che vuole parificare verso l’alto e non verso il basso i diritti dei lavoratori e al quale hanno i più insigni giuslavoristi italiani", ha ricordato la segretaria confederale Serena Sorrentino a Udine davanti al direttivo regionale. Il testo, approvato dalla confederazione a dicembre, verrà sottoposto nelle prossime settimane ai lavoratori, e l’arrivo del pullman dei diritti domani a Pocenia segna la prima tappa ufficiale della campagna in regione.