La Cassazione ha confermato le condanne per i morti da amianto alla Philips di Alpignano (Torino). Ad essere stati giudicati colpevoli dal tribunale di Torino nei primi due gradi di giudizio i due direttori di stabilimento Luigi Sandrucci e Franco Spesso, 85 e 82 anni, che hanno guidato l'azienda dal 1972 al 1980 e dal 1980 al 1984. Al primo è stata inflitta una pena di 24 anni di carcere e al secondo di 17 mesi.
La causa, promossa dai pm Raffaele Guariniello e Francesca Traverso - riferisce l'Ansa - riguardava il decesso di due ex lavoratori. La Cassazione, nella sentenza, ha preso atto che in materia di malattie da amianto (e in particolare del mesotelioma) "non esiste una legge scientifica di carattere universale", ma ha aggiunto che "non è possibile ritenere che l'uso di una legge scientifica imponga che essa abbia riconoscimento unanime". E quando c'è un contrasto fra le diverse teorie - ha spiegato la Corte - il giudice, nell'occuparsi di un caso concreto, deve scegliere quella che "ritiene più convincente e idonea a spiegare l'efficacia causale di una determinata condotta", fornendo una motivazione adeguata. Le toghe torinesi avevano
Nei giorni scorsi Sandrucci e Spesso sono stati rinviati a giudizio per altri quattro casi di malattie professionali fra gli ex lavoratori della Philips.
Amianto: Cassazione conferma condanna dirigenti Philips
8 giugno 2015 • 00:00