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Nessuno dovrebbe temere di doversene andare dal lavoro in ambulanza. Ma questo è un rischio che i lavoratori di Amazon, in Gran Bretagna avvertono ad ogni turno. Negli ultimi tre anni sono state più di 600 le ambulanze chiamate ad intervenire nei magazzini del colosso della logistica, a causa di svenimenti, fratture e altri tipi di infortuni.
Numeri che non trovano riscontro in altri luoghi di lavoro simili, come denuncia la deputata Labour Emma Reynolds: “Penso che Amazon debba dare una serie di risposte molte serie su come viene trattato il personale. Sappiamo anche che i lavoratori denunciano di venire penalizzati se chiedono di andare al bagno, che non hanno abbastanza acqua da bere durante i loro turni e che le donne incinte sono costrette a stare in piedi durante i loro turni da 10 ore”.
“Diciamo ad Amazon che deve comportarsi come un datore di lavoro del 21esimo secolo e non come un padrone dell'Ottocento che si rifiuta di riconoscere i sindacati – insiste un altro deputato, Jack Dromey –. È tempo che Amazon tratti i suoi lavoratori come esseri umani e non come robots”.
Proprio quest'ultima frase è stata scelta dal sindacato Gmb per la sua campagna: “Amazon workers are not robots”, con la quale chiede alla multinazionale di aprire un negoziato per migliorare le condizioni dei lavoratori. E per fare breccia nell'opinione pubblica e sensibilizzarla rispetto alle condizioni di lavoro imposte nell'azienda di Jeff Bezos (l'uomo più ricco del mondo), Gmb si è inventata anche un videogioco online.
“Il gioco è divertente e interattivo – spiegano dalla Gmb –, ma vuole mandare un messaggio molto serio: nessuno dovrebbe avere il timore di dover lasciare il lavoro in ambulanza. Questa però è la realtà che i lavoratori Amazon sono costretti ad affrontare”.