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Non è arrivata l'auspicata apertura da parte di Amazon alle richieste delle organizzazioni sindacali. L'incontro tra le parti lunedì 12 dicembre a Piacenza c'è stato – in un primo momento era stato negato dall'azienda, poi tornata sui suoi passi – ma, al di là della “cortesia” dimostrata dai manager del colosso dell'e-commerce, gli avanzamenti concreti richiesti dai sindacati non sono arrivati.
“Ci hanno detto che intendono avviare dei confronti periodici con la Rsa e gli Rls sulla gestione delle problematiche di salute e sull'organizzazione del lavoro – spiega Fiorenzo Molinari, segretario della Filcams Cgil di Piacenza –, ma quando abbiamo chiesto di mettere questi impegni positivi nero su bianco ci è stato detto ancora una volta di no. E poi l'azienda non intende parlare di redistribuzione dei carichi, di premi e riconoscimenti per i lavoratori, insomma non c'è il riconoscimento della contrattazione sindacale, continuano a volere un rapporto one-to-one con i lavoratori e questo per noi è inaccettabile”.
Molinari parla di “scontro ideologico” con la multinazionale che evidentemente “non riconosce il movimento che in questi mesi è cresciuto e chiede rispetto e conciliazione tra tempi di vita e di lavoro”. Conseguenza inevitabile di questa chiusura è il riavvio della vertenza.
“Abbiamo riaperto lo stato di agitazione – spiega ancora il segretario Filcams – con blocco degli straordinari fino a fine anno. Domani (mercoledì 13 dicembre) avremo le assemblee in tutti i turni, dalle sette di mattina all'una di notte, e decideremo il da farsi per contrastare l'atteggiamento di chiusura dell'azienda”.
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Parola ai lavoratori dunque, ma per Molinari comunque un nuovo sciopero è più che possibile: “Credo che si dovrà andare in quella direzione perché Amazon resta ferma sulle sue posizioni. E se si deciderà lo sciopero, andrà fatto prima di Natale per essere davvero incisivi”. (Fab.Ri)