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Da qualche mese la Filt Cgil, il sindacato dei trasporti e della logistica, ha intrapreso un percorso strategico di insediamento e contrattazione negli stabilimenti Amazon di Brandizzo e Torrazza Piemonte, entrambi nel territorio torinese. Una strategia che si sviluppa su due direttrici tra loro complementari. La prima riguarda l'insediamento negli stabilimenti tra i lavoratori occupati nel processo lavorativo interno ad Amazon. La Filt ha sviluppato una rete di riferimenti all'interno dello stabilimento – anche grazie ad alcuni contatti forniti da Nidil con lavoratori intercettati attraverso il percorso di assunzione tramite contratto di somministrazione - che ha portato alla nomina di quattro Rsa (i rappresentanti sindacali d’azienda) e a molti iscritti, compresi tra un'età di 25 e 40 anni.
Il 4 dicembre si è svolta un'assemblea con i lavoratori della station di Brandizzo e la seconda assemblea si svolgerà nello stabilimento di Torrazza. È stato calendarizzato per gennaio un incontro con la direzione Amazon che avvierà una stagione contrattuale sui temi della condizione di lavoro, della retribuzione, dei carichi di lavoro nelle diverse postazioni, con una particolare attenzione alla retorica del “finto neutro”, ovvero un lavoro astratto, inteso senza alcuna distinzione di genere, ma soprattutto senza alcuna attenzione alla reale sostenibilità dei carichi di lavoro rispetto alle caratteristiche fisiche delle lavoratrici e dei lavoratori.
Sarà posta particolare attenzione alla esigibilità dei diritti di informazione, come previsto dal contratto, al fine di conoscere anticipatamente le strategie inerenti all'organizzazione del lavoro ed ai processi di innovazione tecnologica e di applicazione diffusa di moduli di intelligenza artificiale. In molti stabilimenti Amazon campeggia una sorta di slogan che ricalca una rassicurante e competitiva visione del lavoro e ripropone un messaggio di appartenenza ad una comunità: “Work hard, have fun, make history”. A questa immagine la Filt Cgil ha risposto “costruendo il sindacato e, con gli strumenti riconosciuti dal Ccnl, avviando una esperienza di contrattazione dell'organizzazione del lavoro e delle condizioni materiali della prestazione che coinvolge una platea di circa 3000 addetti tra diretti ed indiretti. L'obiettivo – spiega la Filt – è contrastare, a partire dalla nomina delle rappresentanza sindacale, fenomeni che contraddicono l'immagine edulcorata del lavoro in Amazon per far emergere problemi di strutturale sfruttamento e di progressivo logoramento delle condizioni psico-fisiche delle lavoratrici e dei lavoratori”.
La seconda direttrice – spiega sempre il sindacato – si sviluppa sulla filiera di Amazon e riguarda il percorso di contrattazione degli operatori impegnati nella movimentazione delle merci – driver delle aziende di fornitura – con accordi sindacali finalizzati a migliorare il riconoscimento retributivo ma anche a mettere in discussione i tempi ed i carichi di lavoro. “L'attenzione alla filiera della movimentazione delle merci risponde ad una visione di insieme dei processi di lavoro e converge nella prospettiva di una contrattazione inclusiva finalizzata non solo a ricomporre condizioni contrattuali differenti, ma anche a ricomporre i processi produttivi e governare con la contrattazione l'organizzazione materiale del lavoro”.
La contrattazione delle condizioni di lavoro in Amazon e il lavoro contrattuale della filiera svolta dalla categoria della Filt Cgil forniscono un “supporto prezioso nella strategia della Cgil e largamente perseguito nell'ambito della Camera del lavoro di Torino, in merito ad una visione della contrattazione non frammentata dai confini proprietari dell'impresa”. Conclude il sindacato: “Il valore del lavoro contrattuale svolto in Amazon assume un rilievo significativo poiché può essere una esperienza di frontiera rispetto alle esigenze di insediamento sindacale e azione contrattuale nelle piattaforme digitali, favorendo la sperimentazione su ambiti analoghi dell'economia digitale nel suo complesso”.