"Nulla di nuovo al tavolo convocato in Prefettura per la procedura di raffreddamento dopo la proclamazione dello stato di agitazione del personale di Ama. La mobilitazione, che segue a una lunga vertenza per sbloccare le assunzioni e interrompere la privatizzazione strisciante, ha già portato a una assemblea cittadina il 28 settembre contro la crisi aziendale causata dalla mancata approvazione del bilancio consuntivo da parte di Roma Capitale. La giunta non ha mantenuto nessuno degli impegni presi e sottoscritti tramite accordo. Lo sciopero del 22 ottobre è quindi confermato e i disagi che ne seguiranno sono da imputare interamente alle scelte dell'assessore Lemmetti e all'incapacità della sindaca Raggi e dell'assessora Montanari di mantenere gli impegni". Così Fp Cgil, Cisl Fit e Fiadel in una nota unitaria, confermando lo sciopero del 22 ottobre dopo l'incontro convocato in Prefettura rispetto agli impegni assunti di sblocco delle assunzioni con l'approvazione del bilancio di Ama e, successivamente, del consolidato capitolino che ancora non arrivano a varcare le soglie, rispettivamente, dell'assemblea degli azionisti e dell'assemblea capitolina.

"Questo dibattito è nato solo a seguito delle nostre denunce, nonostante fosse noto da tempo, e denota l'assoluta mancanza di senso di responsabilità", aggiungono i segretari generali Natale Di Cola, Marino Masucci e Massimo Cicco: "Mentre si continua a investire mediaticamente su Ama e sulla raccolta differenziata, non si permette all'azienda di rilanciare il servizio e di pianificare un'impiantistica adeguata. Lo sciopero serve a difendere il patrimonio dei romani, il futuro di un'azienda pubblica strategica e dei suoi lavoratori. È inconcepibile che la giunta non trovi il coraggio di spiegare ai cittadini e agli operatori quale sia il loro progetto per il futuro".