Sono circa 30mila i casi di alzheimer in Liguria, ovvero "una dimensione allarmante del fenomeno alla quale non corrisponde ancora una adeguata attenzione dei diversi soggetti e quindi risposte all’altezza della gravità delle situazioni". E' quanto si legge in una nota dello Spi Cgil, che ha deciso di avviare un programma di conoscenza e di presa di contatto con le persone, attraverso la distribuzione di un questionario presso le sedi sindacali. I dati emersi dai moduli compilati da un campione di cittadini, hanno messo in luce che in realtà sull’argomento alzheimer regna una grande disinformazione. “Si tratta di un fenomeno - spiega il segretario generale regionale, Anna Giacobbe - che, per una parte significativa, rimane sommerso. Le persone interessate e i loro familiari rischiano di non accedere neppure ai servizi dedicati o ai sostegni pubblici ai quali hanno diritto”.

Stamani presso lo Spi Cgil di Genova
si è svolta la conferenza stampa organizzata dal sindacato per illustrare le iniziative promosse dallo Spi di Genova e Liguria proprio su questo tema.

L'organizzazione dei lavoratori, spiega, "ha avviato un programma di lavoro per dare sostegno a coloro che hanno nella propria famiglia persone con problemi importanti di memoria e/o di disorientamento". La diffusione, soprattutto tra le persone anziane, della malattia di Alzheimer e in generale delle demenze "è ormai un fenomeno sociale drammatico che incide pesantemente sulla vita sociale (impatto sulla vita delle famiglie, aumento dell’assistenza familiare, conseguenze sui livelli di reddito, sul funzionamento del sistema socio-sanitario) e inoltre, più di altre patologie, 'lascia smarrite'  le persone, non solo quelle colpite dalla malattia, ma anche coloro che se ne prendono cura".

Sul tema della tutela individuale, inoltre, "la nostra attività sarà quella di indirizzare le persone ai servizi socio-sanitari pubblici, oltre che affiancarle in tutte le pratiche di cui sono competenti patronato e servizi fiscali. Sul piano dell’azione collettiva, pensiamo che questo lavoro possa arricchire di contenuti e ulteriori proposte il confronto sindacale unitario già in atto con la Regione e gli enti locali”.

Bisogna attivare il fondo regionale per la non autosufficienza, a suo giudizio, e poi "occorrerà costruire una vera politica coordinata per il sostegno alla non autosufficienza. Il tutto dovrà essere accompagnato da un impegno comune delle parti affinché il governo confermi ed estenda il finanziamento nazionale per la non autosufficienza, che ad oggi è garantito solo sino al 2010, e assicuri risorse adeguate al Fondo per la politiche sociali e al servizio sanitario".