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I giovani non sono troppo "choosy" quando si tratta di lavoro, ovvero "schizzinosi" secondo la definizione del ministro Fornero. Al contrario si adattano: il 32,3% dei neo laureati svolge un impiego diverso dall'ambito tematico dei propri studi. E' quanto emerge da un'indagine diffusa oggi (9 novembre) da Bankitalia, che analizza il triennio 2009-2011.
Il 25% dei neo laureati ha un'occupazione "con bassa o nessuna qualifica", aggiunge lo studio, contro appena il 18% della Germania. In Italia, nel triennio considerato, il tasso di occupazione dei giovani tra i 25 e i 34 anni con una laurea almeno triennale era pari al 75,1%, con valori variabili tra l'84,7 del Nord Ovest e il 58,6% al Sud. Nello stesso periodo - però - circa un quarto dei giovani laureati occupati (il 25,3%) svolgeva un lavoro a bassa o nessuna qualifica.
La cosiddetta "overeducation" è più alta al Centro e Nord Est (rispettivamente il 29,7 e il 26,3% degli occupati laureati), mentre risulta inferiore nel Nord Ovest (23,3%) e nel Mezzogiorno (22,9%). Il fenomeno è più frequente tra laureati di facoltà umanistiche: questi hanno basse qualifiche nel 39% dei casi, nel 68,6%% svolgono attività diverse rispetto a quanto studiato.
Faticano per trovare un'occupazione in linea col proprio percorso anche i laureati in scienze sociali: il 34% ha bassa o nessuna qualifica, il 19,2% è impegnato in un settore diverso dal proprio. Maggiori possibilità per i laureati in ingegneria e architettura (solo il 12,7% con basse qualifiche) e per le scienze mediche con basse qualifiche al 7,9%.